La partita (ancora) persa della sinistra identitaria
Dopo sette anni di sventure del capitalismo, la sua più grave crisi dal crollo del ‘29, è alla destra liberale e conservatrice, non alla sinistra, che si rivolgono gli elettori dei grandi Paesi europei. In Gran Bretagna assegnano la maggioranza assoluta ai Tories; in Francia, alle Regionali, rilanciano Nicolas Sarkozy contro i socialisti; in Germania la Spd considera seriamente l’ipotesi di non presentare un candidato Cancelliere alle prossime elezioni, tanto incontrastabile è il dominio della signora Merkel. In tutti e tre i Paesi, è la destra moderata che sembra più capace di arginare l’ondata populista dei Farage, dei Le Pen e dei movimenti anti europei.
Nemmeno al culmine di un lungo periodo di disoccupazione e di impoverimento, nemmeno di fronte a quella che ci era stata dipinta come la crisi finale del liberismo, la sinistra socialdemocratica riesce dunque a trarre forza dalla sua promessa neo-keynesiana di giustizia sociale e di difesa del welfare.