«Dietro le aperture da Bruxelles c’è la nuova linea di Merkel»
Tajani: Berlino ha posto fine all’isolamento di Italia, Spagna e Malta
«Le aperture dell’Ue sull’emergenza immigrazione nel Mediterraneo nascono quando la cancelliera tedesca Angela Merkel è diventata possibilista sulla condivisione europea degli interventi e si è allontanata dall’opposizione rigida di altri Paesi membri dell’Est e del Nord».
Il vicepresidente dell’Europarlamento ed ex commissario Ue, Antonio Tajani, di Forza Italia, dice di averlo constatato da vicepresidente del suo europartito Ppe, dove la cancelliera è il leader incontrastato. «Il cambiamento del governo tedesco sull’immigrazione c’è, lo fece capire il presidente degli eurodeputati del Ppe, il tedesco Manfred Weber, nel suo viaggio in Italia — aggiunge Tajani —. La conferma è arrivata dalla delegazione tedesca nel vertice del gruppo del Ppe a Milano il 22 e 23 aprile scorsi. Non avrebbe assunto quella nuova posizione senza una indicazione della Merkel, che ha posto fine all’isolamento di Italia, Malta e Spagna su questo tema a livello Ue».
Perché a Berlino non sottovalutano più l’emergenza migranti nel Mediterraneo?
«In Germania hanno capito che non è più un problema di ricerca di una vita migliore in Europa. Dall’Africa e dal Medio Oriente si scappa da guerre, lotte tribali, persecuzioni religiose, oltre che dalla fame e dalla miseria. Se non si interviene, il problema diventerà più grave e costoso. Nel 2013 la Germania ha accolto circa 100 mila profughi. Quest’anno teme l’arrivo di ben 400 mila. I politici tedeschi appaiono preoccupati dalle reazioni degli elettori».
Anche stavolta l’Ue ha iniziato a muoversi dopo una grave crisi – le centinaia di migranti morti nel Mediterraneo — e solo quando lo ha deciso la cancelliera...
«È facile criticarla per il suo strapotere. Ma Merkel arriva ai summit Ue che ha letto le carte e conosce bene gli argomenti. Quali premier fanno lo stesso? Può piacere o no, ma se non interviene lei l’Europa in genere resta ferma».
Dopo il via libera di Berlino, si è mosso anche il presidente lussemburghese della Commissione Jean- Claude Juncker, designato a Bruxelles dal Ppe grazie alla cancelliera...
«L’immigrazione non deve essere una questione di partiti. Nell’Europarlamento la maggioranza di centrodestra e di centrosinistra ha richiesto interventi Ue nel Mediterraneo, nei Paesi d’origine dei migranti, le quote di ripartizione dei profughi nei Paesi membri, azioni contro i trafficanti di esseri umani. Juncker in Aula ci ha garantito una Agenda della Commissione adeguata, che considererà anche la ripartizione degli immigrati tra gli Stati membri nonostante la rigida opposizione di Paesi dell’Est e del Nord Europa, tra cui spicca il Regno Unito».
Sull’immigrazione il premier Renzi, dopo i primi insuccessi
Ormai la Germania ha capito che se non si interviene il problema si aggraverà
a Bruxelles, sta riuscendo a far considerare europei i problemi finora trattati come principalmente o solo dell’Italia?
«Purtroppo è saltato l’accordo tra Berlusconi e la Libia con la caduta di Gheddafi, che non era un modello di democrazia, ma garantiva l’ordine e il controllo della costa da dove ora partono i barconi pieni di clandestini. In seguito i governi Monti, Letta e Renzi mi sono apparsi tutti troppo timidi sulle politiche di immigrazione nazionali ed europee. Bisognava intervenire e investire di più nei Paesi d’origine, come era stato fatto in passato con l’Albania. Con Gheddafi, prima della sua caduta, discutevamo di un contributo Ue di 3,5 miliardi, di cui 500 milioni a carico dell’Italia».
Cosa altro l’Italia e l’Ue dovrebbero fare?
«Sviluppare il dialogo interreligioso con i capi religiosi dei Paesi di origine dei migranti. Tanti cristiani, se non rischiassero la vita a causa di estremisti e terroristi islamici, non finirebbero nelle mani dei trafficanti per scappare in Europa».
Strapotere della cancelliera? Si può criticare ma senza di lei siamo fermi