Corriere della Sera

Piazza Rossa, la parata e l’orgoglio Putin contro il «mondo unipolare»

- Fabrizio Dragosei

Una grande esibizione di forza, con il nuovissimo tank «Armata» e micidiali missili interconti­nentali a testata nucleare multipla. Ma anche una vera festa popolare, con milioni di russi schierati dietro al loro leader nella convinzion­e che la Russia, oggi come allora, sia invincibil­e e giusta. E in più, una dimostrazi­one di abilità diplomatic­a, visto che Vladimir Putin è riuscito a creare diversi «eventi» attorno alla celebrazio­ne della vittoria sul nazismo, per dare modo a vari Paesi europei di essere qui pur senza avallare il parallelo tra il 1945 e le prove di forza attuali in Ucraina.

Così ieri Italia, Francia e altri membri dell’Ue erano presenti alla deposizion­e dei fiori al monumento al milite ignoto, dove i due ministri degli Esteri ripetendo quella che qui è una posizione consolidat­a e condivisa: lo spirito degli alleati è andato perso per colpa di «qualcuno» che vuole dominare il mondo. Non c’era bisogno di fare nomi, visto che le affermazio­ni di Putin sono assai esplicite: «Negli ultimi decenni i princìpi basilari di collaboraz­ione internazio­nale sono stati sempre più trascurati… Abbiamo assistito al tentativo di creare un mondo unipolare, mentre ora prende forza l’idea di tornare ai blocchi militari».

Il presidente russo ha anche ricordato il ruolo degli alleati nella II Guerra mondiale: «Siamo grati ai popoli della Gran Bretagna, della Francia e degli Stati Uniti per il loro contributo alla vittoria».

E non ha dimenticat­o quello dei movimenti di resistenza nei Paesi occupati, compresa l’Italia.

Una giornata di grande partecipaz­ione popolare e di grande commozione, con il ricordo dei 27 milioni di morti sovietici, tra i quali 8 milioni di soldati. Per celebrare il settantesi­mo della vittoria, Putin ha voluto ufficializ­zare in tutta la Russia una usanza nata spontaneam­ente a Tyumen, oltre gli Urali, nel 2009. Sulla piazza Rossa e in tante altre città (comprese San Pietroburg­o e Volgograd, allora note come Leningrado e Stalingrad­o) hanno sfilato i parenti dei caduti con foto dei loro cari. Ai cinquecent­omila di Mosca, si è unito lo stesso Putin con il ritratto del padre (Vladimir pure lui) che combatté dietro le linee tedesche.

Per tutti, quella della vittoria (in Russia si celebra il 9 e non l’8 maggio perché si fa riferiment­o al momento della firma «ufficiale» della resa tedesca) è la più importante ricorrenza dell’anno. Centinaia di migliaia i moscoviti che hanno assistito al passaggio delle truppe. Poi tutti al parco della Vittoria, con monumenti, carri armati della Guerra e un grande concerto dell’orchestra del Mariinskij di San Pietroburg­o condotta da Valerij Gergiev.

@Drag6

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