Il presidente russo visiterà l’Expo il 10 giugno

Quando Vladimir Putin scende dal palco sulla piazza Rossa e la attraversa, per andare sotto le mura del Cremlino a deporre una corona di fiori sulla tomba del milite ignoto, due sole figure lo affiancano, camminando con lui. A destra il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, a sinistra l’Ammiraglio di squadra Viktor Chirkov, capo della Marina. Nulla è per caso nell’iconografia putiniana: un secolo e mezzo fa, fu il suo Zar prediletto, Alessandro III, a dire che «la Russia ha due soli alleati, il suo esercito e la sua flotta».

È un’affollata solitudine, quella di Putin nel giorno in cui celebra i 70 anni della vittoria nella Grande guerra patriottica. Da Vladivostok a San Pietroburgo, il popolo russo ha risposto con passione e orgoglio al suo appello. La capitale è in festa, bagnata di folla e di commozione.

Ma lì, sulla tribuna dei potenti, lo Zar può misurare la sua solitudine nel mondo. Seduti al suo fianco, da un lato il presidente cinese Xi Jiping, dall’altro l’eterno Nursultan Nazarbaev, il leader kazako che entrò nel Politburo dell’Unione Il presidente Vladimir Putin ha annunciato ieri che parteciperà alla Giornata della Russia il 10 giugno all’Expo di Milano. Intanto, in occasione del 70° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, il padiglione russo è stato riorganizzato per fare un salto indietro nel tempo. Un grande schermo con la diretta della parata dalla piazza Rossa, un menù speciale a base di «griecka» (il piatto di grano saraceno del rancio dei soldati), una selezione di film degli anni 60 e 70 sulla Seconda guerra mondiale. O meglio, sulla Grande guerra patriottica, come la chiamano i russi. Dalle hostess con berretto militare e stemma con falce e martello agli spettacoli con danze degli anni 40, passando per le canzoni di guerra diffuse dagli altoparlanti. Mentre a tutti i visitatori veniva regalato un nastro arancione e nero, i colori della medaglia dedicata agli eroi di guerra.