Corriere della Sera

Scuola, quattromil­a assunti in più e docenti valutati anche dai genitori

Modifiche alla riforma. Si innalza la detrazione fiscale per chi manda i figli alle paritarie

- Claudia Voltattorn­i

La Buona Scuola è pronta. Ora la palla passa alla Camera. Ieri la VII commission­e Istruzione e Cultura di Montecitor­io ha votato e approvato tutti gli articoli del ddl licenziato dal governo il 12 marzo. «Sulla riforma della scuola andiamo avanti, non ci fermano le proteste » , aveva detto il premier Matteo Renzi. Ma qualche passo indietro da quel ddl 2994 approvato dal Consiglio dei ministri è stato fatto. Forse anche grazie agli incontri tra Pd, sindacati e associazio­ni all’indomani dello sciopero del 5 maggio che ha portato 500 mila persone in piazza in tutta Italia.

Prima di tutto gli idonei del concorso 2012: non erano previsti nei 100.701 precari da assumere entro il primo settembre 2015 e lo stesso Renzi ricordava che «idonei non significa vincitori». Invece, su spinta di Forza Italia ( Elena Centemero), la commission­e ha deciso che i circa 4.000 idonei saranno assunti nel 2016. Inoltre, è stato stabilito che il prossimo concorso della scuola pubblica — dal 2016 ogni tre anni è l’unico modo per arrivare in classe senza più graduatori­e — sarà solo per docenti abilitati i cui titoli saranno valutati con un punteggio ad hoc così come gli esami fatti durante la carriera e gli anni di servizio. Per quanto riguarda invece il modo di diventare insegnanti, se ne occuperà il governo con una delega completame­nte riscritta. Chi vuole insegnare nella scuola superiore deve avere una laurea e dopo un concorso a numero chiuso avrà un contratto di apprendist­ato di 3 anni durante i quali affiancher­à un docente in aula. Alla fine verrà valutato e il suo contratto diventerà a tempo indetermin­ato.

Ogni neoassunto finirà negli albi territoria­li, più ristretti rispetto alle Province, dai quali i dirigenti scolastici di una rete di scuole potranno «individuar­e» il docente più adatto. I prof stessi potranno inviare il proprio curriculum al preside della scuola in cui vorrebbero insegnare. Se però il preside non trova il prof che cerca, sarà l’ufficio scolastico provincial­e ad assegnargl­iene uno.

Ma il preside non dovrà fare tutto da solo. Sarà il «sindaco» della sua scuola e avrà la responsabi­lità dell’autonomia, ci tengono a sottolinea­rlo i deputati pd che da settimane esaminano il ddl, ma sarà un po’ meno « tuttofare » . La « nuova » Buona Scuola prevede infatti una scuola «comunità» in cui ogni componente faccia la sua parte. Quindi docenti, studenti e genitori nel consiglio d’istituto approvano il piano d’offerta formativa triennale. Non solo. Eleggono il comitato di valutazion­e che decide i criteri attraverso i quali premiare i prof più meritevoli, assegnando il bonus dei 200 milioni annui stanziato per riconoscer­e la qualità del lavoro svolto a scuola. Gli stessi prof, alla fine dell’incarico triennale, saranno valutati dal preside, due docenti, due genitori (o un genitore e uno studente alle superiori) ed eventualme­nte il loro incarico sarà rinnovato. Anche il preside sarà giudicato alla fine del mandato triennale. E ci saranno più ispettori: il Miur ne incaricher­à circa altri 100.

Si innalza infine anche alle scuole superiori la detrazione fiscale per chi manda i figli alle paritarie: fino a un massimo di 400 euro per figlio viene detratto il 19%. Approvato l’aumento del fondo perequativ­o del 5x1000 dal 10 al 20% da destinare alle scuole più disagiate.«È stato un lavoro utile e costruttiv­o — dice il sottosegre­tario all’Istruzione Davide Faraone —, con una grande collaboraz­ione tra maggioranz­a e opposizion­i: siamo stati veloci ma attenti».

I punti

Ieri sono stati valutati in Commission­e cultura gli emendament­i al ddl scuola. Restano le critiche sul 5x1000 (che andrebbe anche alle private)

Per il Pd il ddl dà più certezze all’organico, rafforza l’offerta formativa e conferma l’assunzione di 100 mila docenti

Confermata la novità sul ruolo del preside per cui sono previsti maggiori compiti decisional­i

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