Corriere della Sera

SOCIALDEMO­CRAZIA AL TRAMONTO

- SEGUE DALLA PRIMA di Antonio Polito

Come a dire: è il lavoro, non il deficit pubblico, che viene percepito come la misura della giustizia sociale. Thomas Piketty avrà pure riempito le librerie e Podemos le piazze, ma è un discendent­e di Margaret Thatcher ad aver riempito le urne.

Ai partiti eredi della sinistra riformista non basta dunque cambiare pelle: devono cambiare elettorato. È ciò che ha fatto il Pd renziano. Che abbia cambiato pelle, si vede a occhio nudo. Ma sta cambiando anche elettorato: un po’ di sinistra se ne va, ma molta gente di centro e di destra può arrivare, come è già avvenuto alle europee. Non a caso i renziani festeggian­o come propria la vittoria di David Cameron (anche se avrebbero fatto lo stesso con Miliband se avesse vinto lui). Sinistra è una parola che non pronuncian­o neanche più. Tony Blair definiva «left of center» (sinistra di centro) il suo Labour, non«left»; e Gerhard Schroeder chiamava Neue Mitte, Nuovo Centro, la sua Spd. Per dare una definizion­e del partito della nazione cui aspira Matteo Renzi, non bisogna pensare ad Alfredo Reichlin, ma ad Alcide De Gasperi e al suo motto per la Democrazia cristiana: un partito di centro che guarda a sinistra. Poi è tutto da vedere se ne avrà la forza, lo stile, e i risultati.

A questo punto anche la si-

Mutazioni Il Partito democratic­o di Matteo Renzi non solo ha cambiato pelle ma anche elettorato

nistra identitari­a, più radicale, deve cercare nuove strade, e camuffarsi per rinascere. Nel voto britannico, per esempio, si è reincarnat­a sotto le sembianze del nazionalis­mo scozzese. Sul piano sociale la signora Sturgeon non ha niente da invidiare a Maurizio Landini. Il quale a sua volta suona il piffero alla sinistra italiana invitandol­a a rivivere sotto forma di pan-sindacalis­mo.

Ma per quante analogie dimostri con la vicenda europea, quella italiana è viziata da un’anomalia di fondo: non dispone di una destra di governo, rimasta sepolta sotto le macerie del disastro finanziari­o del 2011, proprio come la destra inglese fu spazzata via dalla svalutazio­ne e dalla recessione negli anni Novanta, che aprirono la strada al blairismo. Ai conservato­ri inglesi ci sono voluti 23 anni prima di tornare a una vittoria elettorale piena. Quanto tempo servirà al centrodest­ra italiano?

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