Mps rivede l’utile ma a Siena torna la Bce Sotto la lente un quarto dei crediti
La Bce non smette di guardare da vicino il Montepaschi. Nonostante la verifica dei bilanci di fine ottobre e la verifica successiva («Srep») sulla sostenibilità prospettica della banca (sfavorevole al Monte dei Paschi) gli ispettori di Francoforte si sono di nuovo presentati a Siena nelle ultime settimane e hanno messo sotto la lente praticamente un quarto degli impieghi (il 23%) e l’8% dei prestiti deteriorati. Sono stati verificati il portafoglio immobiliare residenziale per 29,8 miliardi e i portafogli «Institutional» (1,7 miliardi), «Project Finance» (1,8 miliardi) e Shipping (1,3 miliardi) che erano rimasti fuori dal comprehensive assessment del 2014. Le risultanze della Bce — spiega Mps nella nota sui conti trimestrali — sono state illustrate al consiglio solo in maniera preliminare. Finora l’effetto è di circa 41 milioni su 35 miliardi di impieghi, che non si sa ancora che effetto avranno nel bilancio anche se «non sono attesi impatti contabili significativi». Attenzione, però: la valutazione è stata fatta con i criteri in vigore a fine 2014: «La ricalibrazione dei parametri», avverte Mps, «potrebbe comportare, coeteris paribus, un incremento delle rettifiche statistiche». Comunque ormai non c’è praticamente più niente da controllare: «Si può complessivamente affermare che è stata analizzata, a più riprese e con modalità diverse, la maggior parte del portafoglio crediti in bonis e la pressoché totalità dei crediti in default». L’attenzione dell’istituto guidato da Fabrizio Viola è ora spostata sulla chiusura del derivato Alexandria con Nomura — ultima pesante incognita sui conti —, sull’accelerazione nel recupero dei crediti deteriorati e, dal punto di vista strategico, verso l’aggregazione chiesta dalla Bce. Mps ha dalla sua il ritorno all’utile per 72,6 milioni dopo 2 anni e 9 mesi: una base per convincere il mercato a sottoscrivere 3 miliardi di aumento di capitale.