Corriere della Sera

Clooney in missione: cerco il mondo migliore

L’attore protagonis­ta di «Tomorrowla­nd», viaggio in una dimensione parallela. «È la città dell’ottimismo»

- Giovanna Grassi

Chiodo nero e camicia senza cravatta. George Clooney arriva alla presentazi­one di Tomorrowla­nd, diretto da Brad Bird ( Ratatouill­e), assieme ai giovani interpreti del film prodotto da Disney. E subito sottolinea che il titolo fa riferiment­o a una città futuristic­a: «Non controllat­a dall’egoismo di associazio­ni o governi e dove non esiste il pessimismo».

Con il divo c’è anche Hugh Laurie: l’ex «Dottor House» è il suo antagonist­a nella pellicola.

«Fin da bambino — racconta Clooney al termine dell’incontro con il cast e il regista — adoravo i film di guerra e di avventura, di cui porto ancora oggi nel cuore molte inquadratu­re. Mi auguro che con Tomorrowla­nd – Il mondo di domani i giovani possano provare le stesse emozioni. Abbiamo girato tra le architettu­re arabescate di Valencia, in Spagna, e tra i cristalli dei super grattaciel­i di Vancouver, ed è stato come visitare un incredibil­e parco Disney».

Manca all’appello il compositor­e di origini italiane Michael Giacchino, che ha dato tutti i

diventa una serie tv. Il film culto diretto da Steven Spielberg, interpreta­to da Tom Cruise e tratto dal racconto di Philip K. Dick, si trasforma in una serie per la television­e prodotta da Fox (e proprio con Spielberg tra i produttori esecutivi). La serie nasce come sequel della pellicola e prende le mosse dieci anni dopo gli eventi del film. Al centro della vicenda le indagini di Lara Vega (l’attrice Meagan Good): è una detective che collabora con Dash (Stark Sands, 36 anni, nella foto) uno dei tre «preveggent­i» del film (i Precogs che «leggevano» in anticipo i crimini), che nonostante il suo tentativo di condurre una vita normale è ossessiona­to dalle visioni del futuro. suoni e i motivi a una storia che prende il titolo da una sezione di Disneyland creata da Walt Disney nel 1955. «Quando — affermano all’unisono Clooney e Brad Bird – l’America era proiettata verso il futuro con ottimismo e grandi ideali».

Non ha dubbi Clooney: «Zio Walt è stato un innovatore in tutto, non ha mai avuto paura di essere un pioniere, il primo nello sperimenta­re. A me, come a tutti noi del cast, ha posto un interrogat­ivo: che cosa ci riserverà il futuro, come possiamo contribuir­e a rendere migliore il mondo?».

Ridono molto con George i giovani attori protagonis­ti, ricordano insieme le sequenze sulla Torre Eiffel e nell’appartamen­to, ricostruit­o in studio, che l’ingegnere francese Gustave Eiffel aveva realizzato nella torre per studiare meteorolog­ia e fare esperiment­i scientific­i, e dove amava incontrare Thomas Edison e Jules Verne.

Interviene Bird: «Tante cose sono andate perdute. Oggi, purtroppo, siamo portati a guardare al futuro sempre con un’ombra di pessimismo. Quando ero bambino non era così. Nel film — riflette — abbiamo provato a ricostruir­e i Fantascien­za Da sinistra, Britt Robertson (25 anni), George Clooney (54) e Raffey Cassidy (15) nel film che uscirà nelle nostre sale il 21 maggio sogni di un mondo senza razzismo e discrimina­zioni». Lo interrompe Clooney: «Abbiamo il dovere, e il potere, come esseri umani di migliorare il pianeta, di esplorare in ogni direzione, come fanno i ragazzi del film».

Torna ragazzo Clooney, spiega di aver messo da parte altri progetti pur di inseguire quei valori che gli appartengo­no e che Tomorrowla­nd fa propri. Il film, che uscirà in Italia il 21 maggio, è stato avvolto da assoluta segretezza. Ride l’attore: «Tutti possiamo avere la spilla con la T che un’adolescent­e trova per caso e toccando la quale viene trasportat­a in un mondo parallelo ultra- tecnologic­o. Dopo Batman è stata una gioia rivivere atmosfere e luoghi che mischiano fantasia e realtà. Da qualche parte del mondo o dentro di noi Tomorrowla­nd esiste; e, a 54 anni, mi riconosco molto nello scienziato disilluso, già ragazzo-genio, che interpreto. Spero che il percorso dei protagonis­ti diventi in qualche modo anche il nostro, e quello di tutti».

«E’ come il sogno di Disney, un pioniere che amava sperimenta­re»

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