Anche per l’occhio progressi importanti
nitense, al 2012 ne erano stati impiantati nel mondo quasi 330 mila.
Da qualche anno, Silvestro Micera, con il suo gruppo del Politecnico di Losanna e in collaborazione con l’Ospedale universitario di Ginevra, sta progettando un’evoluzione di questi impianti, per ripristinare la funzione dell’equilibrio svolta dall’apparato vestibolare dell’orecchio, quando questo è compromesso da lesioni o da malattie come la sindrome di Ménière. Le sperimentazioni sono state condotte finora su una decina di pazienti che avevano lesioni gravi da ambo i lati e che già montavano un impianto cocleare. Modificandolo, è stato possibile stimolare elettricamente le aree vestibo- e si è ottenuto un miglioramento dell’equilibrio. «Il passo successivo sarà integrare le protesi con un giroscopio, che percepisca i movimenti della testa e invii stimoli elettrici all’organo vestibolare» spiega Micera.
L’anatomia complessa dell’occhio è più difficile da riprodurre. A oggi, l’Europa ha tuttavia approvato i dispositivi Argus II (in commercio anche negli Usa) e Alpha Ims, per chi ha una degenerazione irreversibile della retina, ma conserva l’attività del nervo ottico. Piuttosto costose (circa 100 mila euro), le due protesi funzionano in modo diverso.
«Argus II è composta da un microchip con 60 elettrodi, che si impianta nella parte posteriore della retina e comunica col nervo ottico, e da un’antenna posizionata sul bulbo oculare, che riceve gli impulsi da una telecamera montata su occhiali» spiega Fabio Patelli, oculista dell’Ospedale San Paolo di Milano.
Alpha Ims, invece, non ha bisogno di telecamera esterna: un microchip con 1.500 fotodiodi sensibili alla luce si inserisce nella zona della retina che normalmente ospita i recettori visivi, e invia impulsi al nervo ottico. Muovendosi con l’occhio, permette di puntare lo sguardo in modo naturale, al contrario della telecamera di Argus II che va direzionata muovendo tutta la testa.
Uno studio indipendente pubblicato su British Journal of Ophtalmology ha confrontato i due impianti, concludendo che Alpha Ims consente
Per l’udito
Risultati importanti si sono avuti con gli impianti cocleari, che permettono il ripristino di una funzione uditiva pressoché normale, quando il nervo acustico è preservato un’acuità visiva maggiore. «L’impianto di questa protesi è però più complesso» dice Patelli. In entrambi i casi, comunque, la visione che si ottiene è grossolana. «Il paziente vede dei pixel in una scala di grigi, e col tempo impara a interpretarli — conclude l’oculista —. Per chi è diventato cieco però è già moltissimo». Ma già si sperimentano impianti retinici che dovrebbero consentire una visione più precisa, mentre software in via di elaborazione anche per protesi già esistenti potrebbero a breve consentire di vedere i colori. Per saperne di più Istituto Italiano di Tecnologia: www.iit.it/it Ist. Biorobotica Scuola Sant’anna www.sssup.it Fondazione Santa Lucia www.hsantalucia.it