Corriere della Sera

Il primo appuntamen­to con l’oculista a tre anni e mezzo

- E. M.

Prevenire la miopia significa anche riconoscer­la quando compare e “curarla” con gli occhiali giusti. Per riuscirci bisogna mettere in agenda controlli periodici della vista già per i piccolissi­mi, come spiega Paolo Nucci, docente di malattie dell’apparato visivo all’Università di Milano. «La prima visita — dice lo specialist­a — dovrebbe essere eseguita subito dopo la nascita, per verificare la presenza del riflesso rosso (se è assente o anomalo è un indizio di patologie oculari fra cui la cataratta congenita, alterazion­i della cornea, tumori, glaucoma, ndr). Il test va ripetuto dal pediatra nelle prime settimane, per inviare dall’oculista i casi sospetti. In genere, poi, un altro controllo della vista è necessario attorno ai tre anni, tre anni e mezzo: serve farlo prima solo se in famiglia ci sono casi di malattie serie, come cataratta congenita o retinoblas­toma. Altrettant­o indispensa­bile è un’ulteriore visita prima di iniziare la scuola, a sei anni. Gli intervalli fra un controllo e l’altro li stabilisce l’oculista, ma in generale una visita all’anno è sufficient­e. Un’attenzione più serrata è raccomanda­bile se il bimbo ha una miopia superiore alle 6-7 diottrie, poiché in alcuni casi si accompagna ad altre patologie ed è in genere più “critica” per la salute delle strutture oculari».

Andare dall’oculista intorno ai sei anni è utile anche perché, secondo uno studio pubblicato su JAMA Ophthalmol­ogy, è il momento giusto per valutare l’errore refrattivo e avere un’idea del reale rischio di miopia negli anni successivi: a questa età, infatti, è normale che l’occhio sia leggerment­e ipermetrop­e e, stando a dati raccolti su oltre 4500 bimbi seguiti per 20 anni, tanto meno lo è, quanto più cresce la probabilit­à di diventare miopi.

Ma se il bambino già alle elementari non legge bene alla lavagna, che cosa fare? «Servono occhiali graduati, senza “esagerare”, però, perché i bimbi tendono ad “assuefarsi” alla correzione e la miopia ipercorret­ta può progredire più velocement­e — dice Nucci —. E

In generale una visita ogni anno dallo specialist­a è sufficient­e

gli occhiali devono essere portati anche per guardare da vicino, per mantenere in allenament­o la capacità di accomodazi­one degli occhi». «Le lenti a contatto, infine, — dice Nucci — possono essere utili se c’è molta differenza fra un occhio e l’altro, o se il deficit supera le tre diottrie: maggiore è il deficit più le lenti degli occhiali, distanti dall’occhio, tendono a rimpicciol­ire il campo visivo. Le lenti a contatto si possono usare se il bimbo riesce almeno a toglierle da solo, indicativa­mente dagli otto anni».

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