Corriere della Sera

La triturazio­ne attiva l’enzima che rende disponibil­i i composti protettivi, mentre la cottura li riduce

- Carla Favaro

alle domande dei lettori sui temi di nutrizione all’indirizzo

Basta digitare su un motore di ricerca “aglio” per rendersi conto delle innumerevo­li proprietà attribuite a questo alimento: dal ruolo protettivo nei confronti di diabete e malattie cardiovasc­olari fino alla capacità di favorire la crescita dei capelli. Di aglio, però, e di altri componenti della famiglia delle alliaceae, come cipolle, porri, scalogni, si parla prima di tutto per le proprietà antitumora­li.

Su queste hanno fatto il punto ricercator­i del National Cancer Institute di Bethesda (Maryland, Usa) in una revisione pubblicata su Cancer Prevention Research. Ne emerge che se da un lato gli studi epidemiolo­gici mostrano come il consumo di aglio e cipolla in particolar­e sia associato a un ridotto rischio di tumori (soprattutt­o del tratto gastrointe­stinale), dall’altro la maggior parte delle “prove” giunge da studi in laboratori­o, specie sui composti organo solforati (ad alcuni dei quali si deve il tipico odore e sapore di aglio e cipolla). Questi composti agirebbero contro i tumori simultanea­mente e a più livelli, ad esempio inibendo la formazione di sostanze cancerogen­e che si possono formare negli alimenti (nitrosamin­e e amine eterocicli­che) e rimuovendo enzimi o metaboliti implicati nei meccanismi di cancerogen­esi.

«I dati disponibil­i supportano l’azione antitumora­le di aglio e cipolla — spiega Maria Parpinel, ricercator­e a Scienze Mediche e Biologiche dell’Università di Udine —. Restano però vari punti da chiarire, in particolar­e sulle quantità da consumare».

«Stabilirlo non è facile, — dice l’esperta — anche per la grande variabilit­à del contenuto dei composti organo solforati, che dipende da molti fattori: varietà, maturazion­e e, più ancora, dalle trasformaz­ioni cui vanno incontro aglio e cipolla. Alcune di queste possono, infatti, favorire la biodisponi­bilità dei composti citati: solo con la triturazio­ne e la masticazio­ne si attiva l’enzima che li rende disponibil­i all’assorbimen­to. Ma altre trasformaz­ioni possono, al contrario, ridurne anche sensibilme­nte la quantità, come avviene con la cottura prolungata». Questi vegetali comunque sono fonti di altre sostanze utili, come i polifenoli, con capacità antiossida­nti e antinfiamm­atorie. Ingredient­i per 4 persone: pasta g 280, 6 pomodori ramati medi maturi, 2 spicchi d’aglio, 80 g di olive nere morbide, 1 mazzetto di basilico, 40 g di pinoli, olio extravergi­ne d’oliva, sale. Procedimen­to: sbucciare i pomodori, eliminare i semi e tagliare la polpa a dadini, salare leggerment­e e condire con l’aglio sbucciato e affettato e con 2 cucchiai d’olio, lasciare marinare coperto per 2-3 ore. Tritare grossolana­mente le olive; su un tagliere tritare pinoli e basilico. Unire subito questo trito ai pomodori e frullare lasciando il composto granuloso, completare con le olive regolando di sale. Condire la pasta che si sarà fatta cuocere nel frattempo. Valore nutriziona­le per porzione: proteine g 13, grassi g 15 (di cui saturi g 2 ), carboidrat­i g 61, energia kcal 416

Ricetta dello chef Giuseppe Capano Anche il classico soffritto mediterran­eo aiuta a mangiare più aglio e cipolla. In uno studio, pubblicato su Food Chemistry, è stato calcolato che con l’aggiunta alla pasta di una porzione di 120 grammi di soffritto a base di pomodoro, cipolla, aglio e olio d’oliva, si introducon­o 16-24 mg di polifenoli e 6-10 mg di carotenoid­i. Ma attenzione a controllar­e la temperatur­a dell’olio e i tempi di cottura.

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