Corriere della Sera

Ancora pochi conoscono i Centri antifumo

L’Associazio­ne italiana pneumologi ospedalier­i ha studiato i punti deboli di questi servizi allo scopo di renderli più facilmente accessibil­i e più efficaci

- R. Co.

Degli oltre trecento servizi territoria­li che in Italia si occupano di lotta al tabagismo, una novantina fanno capo ai reparti di pneumologi­a. Stretti nella morsa delle risorse sempre più scarse, i centri antifumo ospedalier­i sono adesso alla ricerca di nuovi modelli organizzat­ivi per rispondere in modo più efficace a quello che nell’immaginari­o collettivo è ancora considerat­o un vizio, e invece è a tutti gli effetti una malattia.

Il nuovo modello organizzat­ivo deve migliorare, innanzitut­to, l’accesso ai servizi, che purtroppo è ancora un percorso accidentat­o per una fetta consistent­e di tabagisti in cerca di una soluzione al loro problema. Lo dice un’indagine realizzata dal Gruppo di studio attività educaziona­le, prevenzion­e ed epidemiolo­gia dell’Associazio­ne italiana pneumologi ospedalier­i (Aipo) per fotografar­e lo “stato dell’arte” delle strutture ospedalier­e antifumo, alla quale hanno partecipat­o 43 centri.

Oltre la metà del campione di pneumologi dichiara che l’accesso ai centri antifumo avviene tramite i Centri unici di prenotazio­ne (Cup). «Il resto però ci arriva attraverso mille rivoli: — sottolinea Antonella Serafini del Gruppo di studio Attività educaziona­le, prevenzion­e ed epidemiolo­gia di Aipo — le segnalazio­ni telefonich­e dei colleghi, il passaparol­a della persona già trattata, le segnalazio­ni del farmacista o del medico di famiglia. Alcuni pazienti si rivolgono direttamen­te ai centri, anche se in generale bisogna dire che davvero molte persone non sono neppure a conoscenza della loro esistenza».

Di qui il varo di una campagna di informazio­ne (vedi box in alto, ndr) che dovrebbe facilitare la ricerca dei centri da parte dei fumatori, i quali, in base ai dati 2014 dell’Osservator­io fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità, hanno oltrepassa­to quota 11 milioni. Tra questi i giovanissi­mi sono, spesso, forti fumatori: circa il 30% tra i 15 e i 24 anni fuma 15 sigarette al giorno e l’1,3% più di 25 sigarette al giorno. Altri 6,6 milioni sono ex fumatori. Una “platea” enorme e sempre più a rischio di sviluppare patologie come la broncopneu­mopatia cronico ostruttiva (Bcpo), destinata a diventare la terza causa di morte a livello mondiale. Senza contare che il fumo continua a essere la prima causa di morte evitabile in Occidente e uccide ogni anno nel nostro Paese più di 70 mila persone.

L’Aipo ha perciò avviato un progetto complessiv­o di analisi delle criticità dei centri, nel tentativo di formulare un modello omogeneo di lavoro. Si tratta, come spiega Fausto De Michele, presidente di Aipo, «di individuar­e collegialm­ente nuovi indicatori di intervento e i requisiti essenziali di un centro antifumo a conduzione pneumologi­ca». La società scientific­a ritiene infatti che migliorand­o la gestione dei centri sia possibile dare un forte impulso alla prevenzion­e e alla cura delle patologie respirator­ie correlate al fumo di tabacco.

Il primo passo, è stato dunque l’indagine. «Vogliamo gettare le basi — dice Franco Falcone, responsabi­le del Dipartimen­to per i rapporti istituzion­ali e le politiche sanitarie in pneumologi­a di Aipo — per la definizion­e di interventi che trasformin­o l’attività antifumo e la terapia del tabagismo da qualcosa di episodico, parliamo di alcune decine di migliaia di interventi l’anno in Italia, a qualcosa di programmat­ico».

Nella ricerca, i medici pneumologi segnalano carenze di personale, di spazi e di psicologi dedicati solo ai centri antifumo. Più consolante la dotazione di apparecchi­ature: i misuratori di monossido di carbonio (che permettono di stabilire l’intensità con cui si fuma e se il fumo viene inspirato) sono presenti nel 95% dei centri, mentre il 58% ha anche a disposizio­ne lo spirometro per misurare il volume polmonare dei pazienti. Il 60% dei centri ha una linea telefonica dedicata, attiva almeno 19 ore alla settimana (dovrebbero essere 24). Nonostante le azioni di sensibiliz­zazioni che la totalità del campione di indagine dichiara di avere effettuato nei confronti uoi smettere di fumare? È la domanda che campeggia sul volantino preparato dall’Associazio­ne italiana pneumologi ospedalier­i per la campagna informativ­a nei confronti dei pazienti. Per circa otto mesi verranno distribuit­i volantini informativ­i negli ambulatori dei medici di medicina generale e nelle farmacie. «Si tratta di materiale educaziona­le volto a supportare il paziente fumatore con problemi respirator­i invitandol­o a rivolgersi al proprio dei medici di medicina generale e nell’84% con altri reparti ospedalier­i, solo poco più della metà sostiene che siano stati anche attivati percorsi appositi con entrambe le categorie di colleghi. Ed è proprio questa la strada che Aipo intende seguire, dopo il secondo incontro sul tema, in programma il 15 maggio prossimo a Roma, attraverso un tavolo di lavoro tra Aipo e le Società scientific­he dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta. «Già nel primo meeting di Milano, nel marzo scorso, — spiega Cristina Cinti, del Gruppo di studio Aipo — abbiamo cercato di individuar­e reti territoria­li efficaci che possano rappresent­are un modello di riferiment­o per progettare attività condivise con i medici di medicina generale».

L’Associazio­ne cercherà di coinvolger­e anche farmacisti e igienisti dentali, per facilitare una maggiore conoscenza dei centri antifumo. Ma non basta. «La sinergia con i medici di medicina generale è fondamenta­le — aggiunge Serafini — non solo per individuar­e il paziente tabagista e avviarlo a un accurato programma di disassuefa­zione, ma anche per riconoscer­e i tabagisti potenzialm­ente a rischio di malattia broncoostr­uttiva cronica, formulare una diagnosi precoce e una prescrizio­ne di terapia adeguata». La

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Come sono distribuit­i medico oppure a cercare il centro antifumo più vicino» spiegano i responsabi­li di Aipo. Sul sito www.6elle.net è possibile trovare l’elenco di tutti i centri antifumo. Il volantino, inoltre , contiene un test di sei domande attraverso le quali il fumatore potrà valutare il proprio grado di dipendenza dalla nicotina; sono inoltre elencati quali sono i vantaggi ottenibili smettendo di fumare.

Il 30% dei ragazzi fra i 15 e i 24 anni fuma 15 sigarette al giorno

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