Corriere della Sera

IL CATTIVO SILENZIO SULLA SIRIA

- Di Pierluigi Battista

Intanto, nel silenzio internazio­nale, Bashar Assad sta portando a termine la sua missione: lo sterminio del popolo siriano. Lo documenta Lorenzo Cremonesi sul nostro giornale: in Siria è in corso una mattanza infinita, mentre l’attenzione del mondo è concentrat­a sui crimini dell’Isis. Non è la prima volta che l’Occidente, l’Europa, le democrazie assistono impotenti alle stragi e ai massacri che i tiranni consumano nella devastazio­ne dei più elementari diritti umani. Ciò che è nuovo è l’imperativo del silenzio, l’obbligo strategico di tacere sulle nefandezze di Assad, l’accondisce­ndenza verso un nostro «alleato». O comunque un bastione necessario per arginare le malefatte del fanatismo jihadista.

Anche in passato, per la verità, la teoria del «male minore» alimentò alleanze con i peggiori dittatori, con i fondamenta­listi, con i nemici dei nostri nemici. O meglio con quelli che, in un particolar­e momento, apparivano, come i nemici di chi sembrava, ed era, il nemico principale. E così l’Occidente appoggiò i talebani in funzione antisoviet­ica. E così stabilì un asse con Saddam Hussein per contrastar­e i guerrieri dell’ayatollah Khomeini. Oggi l’Occidente, l’Europa, gli Stati Uniti, le democrazie compiono un passo di più. Dimentican­o completame­nte l’uso acclarato delle armi chimiche da parte di Assad, Aleppo rasa al suolo, la carneficin­a dei civili, i migliaia e migliaia di bambini morti sotto le bombe, per la fame, uccisi dagli squadroni del terrore del regime, perché ora Assad ci «serve».

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