Corriere della Sera

La battaglia sulla nuova scuola

Scontro tra sindacati e governo. Renzi: non sopporto chi strumental­izza studenti e prof

- Claudia Voltattorn­i cvoltattor­ni@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

È muro contro muro sulla riforma della scuola: i sindacati minacciano di bloccare gli scrutini. Renzi: no a chi usa studenti e prof. Boicottato il test Invalsi: -10% di adesioni.

Ad un certo punto dai toni gentili e pacati il clima si è fatto più caldo, qualcuno ha alzato molto la voce e qualcun altro gli ha risposto: « Non ci metti paura». È stato quello probabilme­nte il punto di non ritorno dopo quasi tre ore di incontro a Palazzo Chigi. Da una parte il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, le ministre delle Riforme, dell’Istruzione e della Pubblica amministra­zione Maria Elena Boschi, Stefania Giannini e Marianna Madia (uscita quasi subito) e il ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio. Dall’altra, i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, i sindacati di categoria e le associazio­ni di presidi e docenti. Protagonis­ta ancora una volta la Buona scuola di Matteo Renzi.

Il premier non era nella Sala Verde ma fin dalla mattina apriva: « Siamo disposti ad ascoltare i sindacati su tutto, ma la scuola funziona se è di tutti», e twittava: «Il dialogo sulla Buona scuola è utile, presto un #matteorisp­onde».

Ma i sindacati non hanno apprezzato. E alla fine del tavolo («formazione curiosa: sindacati con associazio­ni minori», notava Camusso) hanno minacciato: «Blocco degli scrutini». Cobas e Snals lo hanno promesso. Cgil, Cisl, Uil e Gilda lo appoggiano. Il sottosegre­tario De Vincenti lo giudica «irresponsa­bile: colpirebbe unicamente studenti e famiglie, sconcerta che si risponda così alla volontà del governo di dialogare». Ma loro dicono all’unisono: «Dal confronto non abbiamo avuto alcuna risposta, né aperture, né passi avanti», anzi, peggio. «Abbiamo ancora la pistola puntata alla tempia» (Barbagallo, Uil), «da governo arroganza sbalorditi­va» (Piero Bernocchi, Cobas), «ben lontani dal cambiament­o profondo che andava definito» (Camusso, Cgil), «non è umiliando gli insegnanti che si migliorerà la qualità della scuola» (Rino Di Meglio, Gilda). Solo Furlan (Cisl) apprezza «le aperture del governo: ma che si concretizz­ino in modifiche». Risultato: «Continuere­mo a batterci».

Il che significa che, a neanche un mese dalla fine della scuola, si annuncia un maggio caldissimo. Le proteste non si sono concluse con lo sciopero del 5 maggio cui hanno aderito oltre 600 mila tra prof e personale amministra­tivo. C’è stato il boicottagg­io dell’Invalsi, il test di autovaluta­zione di elementari e superiori, con un calo di adesioni che sfiora il 20 per cento rispetto al 2014. Per la Giannini «un sabotaggio gravissimo: speculare su questo tema significa speculare sul futuro dei ragazzi, è inaccettab­ile». Ma in molte scuole, piccole forme di protesta sono già in atto. In Lombardia ad esempio sono sospese le attività aggiuntive. A Roma, alcuni prof rallentano la scelta dei libri di testo per il prossimo anno. E già ieri sera in piazza Montecitor­io, un gruppo di insegnanti srotolava striscioni anti Buona scuola e anti dirigenti scolastici: «Presidi... noi non baciamo le mani».

Perché, nonostante le modifiche approvate in commission­e Cultura, il preside-manager proprio non va giù a nessuno: no al fatto che scelga il docente, né al fatto che lo premi o meno, perché «non si può dare tutto questo potere ad una sola persona». Ma ieri, la ministra Boschi spiegava: «Non è accettabil­e l’affermazio­ne che tutti i presidi sono corrotti: come in tutte le categorie, ci sono profession­isti bravi e altri meno, bisogna avere tutti una maggiore fiducia reciproca tra docenti e dirigenti scolastici, per il bene della scuola». Il governo si è detto comunque disponibil­e ad un nuovo incontro. «Perché restano delle divergenze forti — ammette la Giannini —, ma c’è una volontà continua di dialogo». E pure Delrio: «La scuola è sempre stata al centro del nostro programma. Speriamo di convincere tutti, anche i sindacati». Il prossimo incontro sarà con la Giannini dopo il voto alla Camera (19 maggio).

Boschi e i presidi Il ministro e le critiche sui poteri ai presidi: inaccettab­ile dire che sono tutti corrotti

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