Corriere della Sera

Infermiere sardo malato di Ebola

Sardo, 37 anni, il volontario di Emergency positivo al test. Trasferito allo Spallanzan­i

- Di Margherita De Bac

Un infermiere sardo di 37 anni, che aveva prestato servizio in Sierra Leone come volontario di Emergency per tre mesi fino al 7 maggio, è ricoverato all’Istituto Spallanzan­i di Roma: è risultato positivo al test dell’Ebola.

Sembrava che fosse destinata a estinguers­i l’epidemia di Ebola in Africa Occidental­e. E che il virus si stesse preparando a rientrare nel suo serbatoio segreto, forse i pipistrell­i. Ha seminato oltre 11 mila morti e infettato quasi 30 mila persone, ultimo bollettino diramato dall’Organizzaz­ione mondiale della Sanità.

Europa e Stati Uniti, pur mantenendo alta la guardia, erano ottimisti circa la possibilit­à

I sintomi L’uomo aveva febbre oltre 38,6 gradi. Non avrebbe avuto contatti diretti con malati

di casi importati riguardant­i medici e volontari partiti per i Paesi colpiti.

Il bilancio dei casi accertati fuori dall’Africa è salito ieri a 27: da ieri notte un infermiere che aveva prestato servizio in Sierra Leone per tre mesi fino al 7 maggio, è ricoverato nel reparto ad alto contenimen­to dell’Istituto Spallanzan­i di Roma, il primo centro di riferiment­o italiano per le malattie infettive, diretto da Giuseppe Ippolito.

Se oggi le ulteriori analisi confermass­ero la sua positività, altamente probabile, sarebbe il secondo malato italiano dopo il medico catanese Fabrizio Pulvirenti, dimesso a gennaio dopo oltre un mese di cure. Anche lui contagiato in Sierra Leone, unico Paese assieme alla Guinea (la Liberia è stata proclamata indenne pochi giorni fa) tuttora alle prese con l’epidemia. Anche lui di Emergency come il nuovo contagiato, cagliarita­no, 37 anni, una lunga esperienza in Africa.

Al momento dell’allarme, si trovava a Sassari a casa della madre, dove stava trascorren­do la quarantena volontaria di 21 giorni prevista dai protocolli, quando ha segnalato personalme­nte all’ospedale di avere la febbre sopra i 38 gradi e 6, il primo segnale clinico caratteris­tico di Ebola. Trasferito nel centro di isolamento di malattie infettive, ieri è stato portato a Pratica di Mare con un F 130 militare attrezzato di barella bioprotett­a. Ora è in una delle stanze dell’unità di massima sicurezza mai smantellat­a, assistito da una squadra di sanitari addestrata. L’operazione è stata coordinata dai ministeri della Salute e della Difesa. È in buone condizioni. Oggi verrà diffuso il primo bollettino medico. Si attende soprattutt­o l’esito delle analisi di conferma. E arrivano gli «auguri di pronta guarigione», di Laura Boldrini, presidente della Camera.

« Mi sembra di rivivere la malattia. Spero vada tutto bene. È in ottime mani», lo sostiene da lontano Pulvirenti che ha sperimenta­to fino in fondo l’aggressivi­tà dell’infezione, finendo in rianimazio­ne. Come nella precedente occasione, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si è subito attivata per l’importazio­ne dei farmaci che potrebbero essere utili. In realtà non si sa quale sia la terapia vincente, né è disponibil­e uno schema terapeutic­o di comprovata efficacia. Il plasma di pazienti guariti si è I vaccini, ancora allo stadio sperimenta­le, contro il virus emorragico

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Assistenza Un infermiere si prepara ad accogliere malati di Ebola al centro di Emergency in Sierra Leone. L’Ong ha aperto il primo centro nel Paese lo scorso settembre

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