Corriere della Sera

Renzi: sinistra masochista. Duello su Fassina L’attacco del premier che prende anche le distanze da alcuni candidati «imbarazzan­ti» pro De Luca: non li voterei «Stefano? Se lascia un problema suo». Speranza: no, problema di tutti. E Bersani: da Matteo mis

- Marco Galluzzo

Nemmeno Matteo Renzi voterebbe alcuni candidati del Pd, soprattutt­o in Campania, dov’è intervenut­o direttamen­te, ma evidenteme­nte non abbastanza a fondo. Lo fa sapere in modo chiaro, con un messaggio diretto agli elettori democratic­i: «Alcuni candidati mi imbarazzan­o eccome, però dico che le liste pd sono pulite. Abbiamo cambiato ad Ercolano e a Giugliano. Siamo intervenut­i in modo molto forte sul Pd. Su alcune liste collegate al presidente si può discutere, ci sono candidati che non voterei neanche se costretto».

E sempre a proposito di Campania il presidente del Consiglio parla in modo positivo anche dell’avversario, «la partita è tra Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca. Io non parlerò male dei candidati di Caldoro, che è una persona seria, che si presenta a tutti i tavoli con spirito di collaboraz­ione». Ma nello stesso tempo «De Luca ha le qualità di un buon amministra­tore», come ha dimostrato «per la città di Salerno».

Le dichiarazi­oni di Renzi, a tutto campo, rilasciate al videoforum di Repubblica tv, toccano vari punti delle prossime Regionali. Dalla Campania alla Liguria il passo è breve e anche lì c’è un problema: «A Venezia le primarie le ha vinte Felice In direzione Dicembre 2014: Matteo Renzi ascolta l’intervento critico di Stefano Fassina. Con lui Matteo Orfini e Sandra Zampa Casson, che al Senato mi ha votato contro su quasi tutto, ma il partito lo sostiene perché vuole che diventi sindaco». Invece «in Liguria Cofferati ha perso le primarie ed è scappato col pallone».

La conseguenz­a è anche una preoccupaz­ione, la spaccatura del Pd locale può per il premier essere determinan­te. Berlusconi finito? «Occhio, ha più vite di un gatto. E se in Liguria Toti vince è grazie al lavoro fondamenta­le della sinistra masochista, quella che perde un po’ ovunque, dalla Liguria a Londra». Ma dire che la sinistra è masochista fa reagire Pier Luigi Bersani: «È una mistificaz­ione, abbiamo visto che si può vincere essendo fedeli agli ideali di un centrosini­stra alternativ­o alla destra. Poco o tanto, dall’Ulivo in poi abbiamo sempre vinto così». E sempre a proposito di sinistra da Renzi arriva una stoccata a Massimo D’Alema: «Non è che siccome non c’è lui non c’è sinistra. Questo gruppo dirigente è plurale. Abbiamo cambiato passo, serve una nuova sinistra per un nuovo futuro del Paese». Da respingere al mittente le critiche sulla legge elettorale, «pretestuos­e, è un passo di civiltà. Hanno parlato di e poi mi hanno proposto il Mattarellu­m, con cui il Pd delle Europee avrebbe preso 511 seggi».

La prossima tappa è la riforma del Senato: «Entro luglio faremo la III lettura. Il referendum sarà nel 2016 e lì ci sarà il grande bivio tra chi vuole cambiare ed il comitato del no che andrà da Salvini a Grillo a Berlusconi fino a Landini, sai che spettacolo...». Parole nette anche sull’eventuale addio al Pd di Stefano Fassina: «Spero che rimanga. Se non rimane però è un problema suo, non nostro». Ma l’ex capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, non è d’accordo: «Sarebbe un problema di tutti».

La controffen­siva di Palazzo Chigi che alla Corte costituzio­nale vuol fare eleggere un fedelissim­oI nodi

Tra i problemi che il Pd deve affrontare in questo periodo c’è anzitutto la questione elezioni: il centrosini­stra governa 5 delle 7 Regioni al voto a fine maggio. Le fratture interne alla sinistra hanno portato a una divisione in Liguria. Nelle Marche invece il partito sfida l’ex dem Gian Mario Spacca. Nel test delle comunali in Trentino-Alto Adige il Pd ha perso consensi rispetto al 2014

Polemiche interne al partito anche per la scelta di alcuni nomi in Campania: il premier e segretario Matteo Renzi ha dichiarato: «Ci sono candidati che non voterei neanche se costretto»

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