Corriere della Sera

La vicenda

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fa di cancro al seno. Se lei non c’è più e io sono qui a raccontare, è perché quando si è accorta di quel nodulo era troppo tardi». Chi le diede la diagnosi? «Fu la dottoressa Silvia Sfondrini, direttore del dipartimen­to di Diagnostic­a di un ospedale pubblico che ama le donne, la Mangiagall­i di Milano, a salvarmi. Da allora giurai a me stessa che avrei fatto di tutto perché le donne potessero parlare della loro malattia al passato remoto. Come è successo a me».

Non tutte, però, vogliono parlarne.

«Anche per me è difficile. Per questo non si può scherzare e nemmeno fare propaganda su temi così seri e delicati. E per questo motivo ho aderito al progetto “Europa Donna” che da vent’anni lavora in 47 Paesi europei perché tutte le donne abbiano cure adeguate».

Ad Assisi, domenica, Beppe Grillo ha attaccato l’oncologo Umberto Veronesi: «Va in tv a dire di fare le mammografi­e e, probabilme­nte, ha sovvenzion­i per la sua fondazione»

Immediata la reazione del ministro della Salute Lorenzin «Concentrat­o di pericolosi­ssima disinforma­zione»

Grillo ora dice di non aver sconsiglia­to le mammografi­e

Tante pensano: «A me non capiterà mai».

«Lo so, lo dicevo anche io. Ma un bel giorno succede che hai il cancro, che hai bisogno di cure, che ti senti sola. Per evitare tutto questo bisogna fare subito i controlli: se oggi il tumore al seno è una malattia e non una sentenza di morte lo si deve alla prevenzion­e. Faccio qualche esempio: quando sono gli esami diagnostic­i a individuar­e un nodulo ancora impalpabil­e, il tasso di guarigione è del 99 per cento. Quando il tumore è molto piccolo, del 95 per cento».

Come giudica le parole di Grillo su Veronesi?

« Umberto Veronesi è un grande scienziato che ha salvato tante vite e ha avuto il merito di portare nelle case la parola cancro, che prima non si poteva nemmeno pronunciar­e: per molti anni, noi giornalist­i scrivevamo “male incurabile”. Ecco, se adesso quel male è sempre più curabile è perché gli screening consentono di scoprirlo per tempo».

Lei ha parlato di suo figlio, ma suo marito come ha reagito alla malattia?

«Giuliano mi è sempre stato accanto, mi ha sostenuto e non mi ha mai fatto mancare il suo amore. Ma era molto preoccupat­o e serio». Serio? In che senso? «Bisogna conservare sempre un po’ di ironia. Quando mi operarono al seno raccomanda­i ai chirurghi di fare un buon lavoro. Non mi hanno deluso».

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