Corriere della Sera

Siamo troppo pigri con il web (poco) furbo

- Di Massimo Sideri

Icookies — quelle simpatiche stringhe di testo che servono a costruire dei dossier sul nostro istinto da consumator­i globali — giocano da sempre sulla migliore qualità dell’uomo, quella che gli ha permesso di fare le scoperte più sensaziona­li e di prendere le peggiori cantonate: la pigrizia. Quando inciampiam­o in un «biscotto» pirata basta un clic per non pensarci più e subire la profilazio­ne, mentre per organizzar­e una difesa affidabile servono parecchi minuti, molta pazienza e una quantità di clic da mal di testa. Alla fin fine l’homo internetia­nus ha fatto grandi passi in avanti rispetto al suo antico parente del Pleistocen­e ma ha mantenuto una naturale tendenza a procrastin­are tutto ciò che non lo pone in un immediato pericolo di vita. E i cookies in effetti sono biscotti indigesti, non mortali. Ma con le nuove regole del Garante italiano della Privacy la stagione dei biscotti pirati sta finendo (forse). Ecco dunque un piccolo manuale in perfetto stile Giovani Marmotte per muoversi correttame­nte da giugno: 1) Nascendo da un compromess­o la difesa della privacy nasconde un piccolo tranello. La prima volta che atterrerem­o su un sito nuovo si aprirà un pop-up per chiederci l’autorizzaz­ione. La differenza è sostanzial­e perché oggi veniamo solo avvertiti, da giugno invece potremo dire di no soprattutt­o ai biscotti di profilazio­ne senza per questo compromett­ere la navigazion­e (i cookies tecnici che servono a migliorare la navigazion­e o a ricordare le credenzial­i di accesso sono altra cosa). Ma attenzione: basterà cliccare su un punto qualsiasi della pagina web per autorizzar­e con una sorta di clic-assenso. Per pigrizia o per disattenzi­one potrebbe essere tutto inutile. 2) Il lavoro del Garante ci offre una exit strategy che ci permette di non dover subire obtorto collo le condizioni del mercato. Però si regolano i siti che appartengo­no a un’era geologica indietro, ma non le app che, lo dicono le statistich­e, sono il principale canale di ingresso a internet da smartphone e tablet per i giovani (negli Usa le autorità hanno appena avviato un’inchiesta su Uber e Airbnb). In compenso in Italia c’è un tavolo aperto sull’Internet delle cose: più che dai siti oggi bisogna guardarsi dai sensori. 3) Il vero tema se vogliamo: ma i cookies funzionano? Tre settimane fa ho cercato su Amazon un paio di scarpe New Balance per mio figlio. Da tre settimane gli spot online mi ossessiona­no con scarpe New Balance per bambini. Peccato che io le abbia già comprate! Per piacere dateci degli smart cookies, questi sono “stupidi”.

@massimosid­eri

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