Attentati e segreti Il nostro mondo va a pezzi e Patrick Fogli ci fa un romanzo
Colpiscono senza motivo, senza rivendicazioni. Lasciano solo un segno, la lettera greca alfa, pitturata in rosso. In pochi giorni, in diverse città d’Italia, seminano stragi. Una, due, tre scuole: nelle prime due impiegano esplosivi manovrati con un telecomando; nella terza sparano dal tetto di una casa vicina. Tocca anche alla chiesa dove si tengono i funerali solenni delle vittime di una scuola: hanno imbottito i confessionali di esplosivo ed è un massacro. Chi sono, quanti sono, perché lo fanno? Le reazioni del governo sono drastiche ancorché inefficaci: coprifuoco, creazione di un corpo speciale che procede ad arresti indiscriminati e interrogatori con torture. L’ordine è di sparare a vista a chi circola nelle ore proibite. I negozi chiudono, la gente si barrica in casa, il terrore genera sospetti, si registrano casi di linciaggio di barboni innocenti. La convivenza civile è abolita, si sopravvive in uno stato di polizia. Senza peraltro trovare una traccia che possa servire a identificare i terroristi.
In un post scriptum del suo nuovo romanzo Io sono Alfa, Patrick Fogli dice che l’idea era nata molto prima, quando ancora «l’Isis era una sigla che non significava nulla, e “Charlie Hebdo” non aveva neppure pubblicato le prime vignette su Maometto». L’idea si era presentata come una domanda: quali conseguenze producono nelle nostre società gli attacchi dei terroristi? Quanto possono reggere, agli assalti della paura, le nostre libertà civili? Il romanzo si svolge in un tempo indeterminato, ma anche molto vicino: le cose narrate potrebbero accadere dopodomani, fra un mese. E ora che nuovi gruppi di terrore, nuove sigle si aggiungono ogni giorno nelle cronache dei giornali, l’ipotesi di Fogli non sembra per niente inverosimile.
Un affresco corale di un mondo che va a pezzi, una tragedia collettiva. Sul cui sfondo si ritagliano alcune figure, tre personaggi con una loro distinta individualità, una propria storia. Francesca, chirurgo d’urgenza, ha perso il marito e una figlia nell’attentato alla prima scuola: non vuole più vivere nella città dove tutto è cambiato, prende con sé l’altra figlia e torna nel paesino sui monti (Trentino?) da cui era venuta via tanti anni prima. Gualtiero, senatore di lungo corso di un partito un tempo al potere (la Dc?), una sera in un talkshow televisivo pronuncia amare parole: Alfa è l’inevitabile prodotto dello sfascio congiunto di politica e società, il mondo, il nostro mondo, abituato a vivere di corruzione non poteva non evocare queste forze di distruzione senza una ragione, senza un perché. Infine Paolo, giornalista cinquantenne, che ha buone conoscenze nel corpo speciale antiterrorismo, riceve messaggi da un agente dei servizi segreti, addirittura frequenta un misterioso membro di un gruppo di controinformazione, stile Wikileaks: sarà lui ad arrivare il più vicino al nucleo terrorista.
Ancora una volta, con Io sono Alfa, Fogli combina descrizioni del Paese in cui viviamo con elementi di fiction. Ne II tempo infranto (2010) si evocavano le ombre della P2 e il terrorismo della fine degli anni Settanta. Con Non voglio il silenzio. Il romanzo delle stragi (2011, scritto con Ferruccio Pinotti) c’era il ricordo delle morti dei magistrati antimafia. In tutt’e due i romanzi, personaggi di invenzione finivano per essere coinvolti in un pericoloso ritorno dell’orrore di ieri. Nel nuovo libro, Fogli guarda al futuro prossimo venturo. E, come in una profezia o in un esorcismo, mostra l’estrema vulnerabilità della nostra società, e forse manda un allarme a chi governa.