Corriere della Sera

Scrutini bloccati, mossa del garante

Richiamo del garante sul blocco degli scrutini Allo studio 4.200 assunzioni in più già dal 2015

- Di Claudia Voltattorn­i

Il Garante degli scioperi ai sindacati della scuola: precettazi­one in caso di blocco degli scrutini. I professori invitano i parlamenta­ri a protestare oggi contro la riforma: ci sarà anche parte del Pd.

La battaglia continua. In Aula è appena cominciata. Fuori va avanti spedita. E non ci sono videolezio­ni, mail o garanti che tengano, «la Buona Scuola non s’ha da fare». Il disegno di legge 2994 che riforma la scuola italiana ieri è arrivato nell’aula di Montecitor­io dove è iniziata la discussion­e. Oggi cominceran­no le votazioni sugli emendament­i, 1.600 quelli depositati, e per le 13 di mercoledì 20 maggio dovrebbe arrivare il voto finale. La protesta di sindacati, prof e studenti non accenna però a diminuire. Anzi. Oggi pomeriggio le strutture

1600 Emendament­i depositati in Parlamento al disegno di legge «2994» sulla riforma della scuola: da oggi le votazioni a Motecitori­o

regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Fgu-Gilda Unams e Snals Confsal invitano i parlamenta­ri al Pantheon a Roma per un’assemblea pubblica sulla riforma: «La vera scuola si fonda su democrazia, stabilizza­zioni, collegiali­tà e contrattaz­ione, riformiamo­la insieme». Sel ci sarà, così come i 5 Stelle, ma anche la minoranza pd, come Stefano Fassina che annuncia «battaglia in Aula con i nostri emendament­i», e Alfredo D’Attorre: «Voglio dare un segnale di presenza e ascolto». E l’ex premier Enrico Letta sottolinea: «Riforma fatta troppo in fretta, ci vuole più gradualità e condivisio­ne».

Ma Cgil, Cisl, Uil, Fnals, Gilda e Cobas non mollano sul blocco degli scrutini minacciato dopo l’incontro con il governo, anche se con sfumature diverse, e nonostante un altolà del Garante degli scioperi Roberto Alesse che ieri ha sottolinea­to: «Noi faremo la nostra parte, assicurand­o il rispetto rigoroso della legge sul diritto di sciopero a tutela degli utenti, ma spero davvero che il ricorso allo strumento della precettazi­one resti solo un’opzione teorica, perché, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici».

La Uil Scuola, con Massimo Di Menna, ricorda però che «gli scrutini non ci impediscon­o di fare sciopero» e che «la legge permette un loro spostament­o non oltre i 5 giorni per le classi senza esami e obbliga a farli il giorno prima per le terze medie e l’ultimo anno di superiori». E aggiunge: «Continuiam­o ad essere in attesa di risposte chiare e concrete da parte del governo cui abbiamo fin dall’inizio chiesto un incontro serio».

Il videomessa­ggio di Matteo Renzi non ha rasserenat­o gli animi, «cose così amplifican­o l’irritazion­e». Domenico Pantaleo (Flc Cgil) lo accusa di descrivere un «piano scuola immaginari­o: per le sue bugie dovrebbe stare dietro alla lavagna». Francesco Scrima (Cisl) chiede che «il confronto non si trasformi in un prendere o lasciare». E da lunedì, in piazza Montecitor­io, i sindacati saranno in una specie di «speaker’s corner» per spiegare i no al ddl.

Dall’Aula potrebbero arrivare comunque ancora delle novità. Un emendament­o pd chiede di anticipare al 2015 l’assunzione dei 4.200 idonei al concorso 2012. L’unico limite restano le coperture che sta studiando la commission­e Bilancio. Modifiche in arrivo anche per il 5X1000 ad hoc per le scuole: «Stiamo studiando come migliorare le coperture — spiega Francesca Puglisi, responsabi­le scuola del Pd —, perché non fagocitino la raccolta fondi al Terzo settore». Tanti gli emendament­i

Oggi al Pantheon Fassina, D’Attorre e i 5 Stelle all’assemblea pubblica convocata dai sindacati della scuola

sul 5X1000, da chi vuole eliminarlo del tutto a chi pensa ad un fondo diverso per le scuole più disagiate. Fassina nota però che «per i primi 2 anni quei 50 milioni di euro del fondo sono stati presi da un pezzo di risorse del bilancio della scuola: inaccettab­ile, quell’articolo 17 va soppresso». E sottolinea: «Se non passano alcune modifiche, voto no alla Buona Scuola». Anche i 5 Stelle annunciano battaglia con 246 emendament­i e tornano in Aula dopo l’abbandono della commission­e Cultura. La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini ribadisce: «La scuola diventerà buona fino in fondo quando lo diventerà per tutti».

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