Corriere della Sera

S&P conferma il voto: Italia, bene le riforme

L’agenzia di rating: il Tesoro fa leva sulla minore spesa per interessi. La previdenza? Una complicazi­one

- Francesco Di Frischia

Standard & Poor’s promuove l’economia italiana perchè crede nella nuova legge elettorale, nel Jobs act e nel programma di riforme del governo Renzi. Preoccupa, però, il buco nei conti aperto dalla Corte costituzio­nale dopo la sentenza sulle pensioni. Per questi motivi il rating dell’Italia a lungo termine rimane un gradino sopra il livello «spazzatura» («junk» ndr): BBB-. E quello sul debito a breve termine è «A-3». L’outlook, vale a dire la previsione sul futuro, è stabile.

L’agenzia di rating spiega così le sue valutazion­i: «Prevediamo che la ripresa economica sia sulla giusta strada per il 2015 (con il Pil a +0,4%), soprattutt­o sulla spinta di fattori esterni, come la ripresa dell’eurozona, il deprezzame­nto dell’euro e il declino dei prezzi del greggio, con il Pil reale atteso in accelerazi­one all’1% in media nel 2016-2017». «Alla luce dei dati appena pubblicati sul primo trimestre del 2015 — precisa S&P — la crescita potrebbe essere maggiore di quanto attualment­e prevediamo se il risultato del primo trimestre, con una crescita destagiona­lizzata dello 0,3%, trimestre su trimestre, verrà mantenuta».

Comunque l’economia è vincolata, per l’Agenzia, «dalla debolezza delle prestazion­i del Pil reale e nominale e dalla sua erosa competitiv­ità che stanno minando la sostenibil­ità della sua posizione di finanza pubblica e il suo largo indebitame­nto». Tra le critiche «la strategia di consolidam­ento di bilancio nel 2015» che «appare basarsi più sulla riduzione della spesa per interessi piuttosto che sul migliorame­nto del saldo primario». Inoltre «la recente decisione della Corte costituzio­nale, che ha bocciato il blocco dell’indicizzaz­ione delle pensioni (nel decreto “Salva Italia” del 2011 ndr) — commenta S&P — potrebbe complicare il raggiungim­ento degli obiettivi di bilancio».

A rendere ottimista Standard & Poor’s sono le riforme: in particolar­e l’adozione della nuova legge elettorale «potrebbe migliorare l’efficienza del processo legislativ­o italiano e, insieme alle riforme del mercato del lavoro e delle banche popolari, testimonia della determinaz­ione dell’amministra­zione del primo ministro Renzi a continuare nell’attuazione del suo programma». Se questo avverrà «integralme­nte», tale azione «potrebbe contribuir­e a elevare il potenziale di crescita del Pil nel corso dei prossimi anni — sostengono gli analisti dell’Agenzia — e potremmo considerar­e anche di elevare i rating dell’Italia».

Buone notizie anche sul fronte interno: secondo il ministero dell’Economia le entrate tributarie e contributi­ve del primo trimestre di quest’anno evidenzian­o nel complesso un aumento del 2,5% (+3.570 milioni), rispetto ai primi tre mesi del 2014. La ritrovata energia dell’economia é confermata da un altro dato: ad aprile é stato registrato un record nelle domande di mutuo (+71,9%) da parte delle famiglie, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, secondo il barometro Crif (la società specializz­ata in sistemi di informazio­ni creditizie ndr). Con questo andamento saremmo molto vicini ai volumi precrisi del 201o.

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