Corriere della Sera

I conti della sentenza pensioni, governo cauto sui rimborsi

Renzi: restituire­mo una parte di questi soldi, nei prossimi giorni e mesi

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«Restituire­mo una parte di questi soldi». «C’è un modello da ripensare, lo faremo nel corso dei prossimi giorni e dei prossimi mesi». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi conferma che, anche se il decreto del ministero dell’Economia è pronto, il governo è orientato a rinviare a dopo le elezioni di fine mese la soluzione del caso pensioni, con la sentenza della Corte costituzio­nale che ha bocciato il blocco della rivalutazi­one degli assegni deciso dal governo Monti. Una linea, quella del rinvio, che presta il fianco alle critiche del leader della Lega Matteo Salvini: «Se non rispetta la sentenza Renzi è fuorilegge e noi siamo pronti a bloccare il Parlamento». Ma sembra il male minore.

Il decreto messo a punto dai tecnici dell’Economia lascerebbe fuori da ogni rimborso circa 2 milioni di pensionati. Uno su tre fra quelli che si sono visti bloccare la rivalutazi­one. E la restituzio­ne tenderebbe rapidament­e a zero una volta superata la soglia dei 2.500 euro lordi al mese. Con il voto alle porte non sarebbe il massimo. I numeri rimarranno più o meno questi, ma il decreto legge vero e proprio dovrebbe arrivare più in là. C’è però da risolvere un altro problema, più urgente.

Negli ultimi giorni si sono moltiplica­ti gli annunci di ricorso da parte di varie associazio­ni, ieri è stata la volta del Codacons che ha parlato di class action. Dal Consiglio dei ministri di dopodomani potrebbe uscire un provvedime­nto o anche delle semplici linee guida per «sterilizza­re» indirettam­ente i ricorsi, dando un margine di tempo all’Inps per completare tutte le elaborazio­ni necessarie. Con l’impegno a garantire quel principio della progressiv­ità (dare di più a chi ha un assegno basso, meno a chi ha un assegno alto) invocato dalla Corte costituzio­nale.

In ogni caso il governo è orientato a un intervento parziale,

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