Corriere della Sera

Il (piccolo) atelier dove la designer fa da «stylist» alle proprie clienti

- M.T.V.

«Meglio coprire bene che scoprire male». Con questo motto Angela Bellomo crea la sua moda. Una storia d’oggi quella di Angela. Origini pugliesi, vent’anni di esperienza negli show room dell’alta moda tra Milano e Parigi, fino alla decisione di aprire un atelier dal sapore antico. Due vetrine minimali, a Milano, in corso di Porta Vittoria 31, tutte nei toni del bianco, che le milanesi hanno incomincia­to a scoprire con il passaparol­a. Giusto pochi capi sofisticat­i appesi dal taglio decisament­e minimale in due soli colori — bianco e nero — tra cui scegliere. Bellomo, in pratica, fa da stylist alle sue clienti suggerendo il capo giusto a seconda dell’occasione. «E se non c’è la taglia, si prendono le misure, si crea il modello in carta e si realizza in pochi giorni». Le camicie da smoking con il plastron (circa 800 euro), l’abito in taffetà di seta con il corpetto e le tasche nascoste («perché il massimo dello charme quando arrivi a un party è avere le mani libere), il cappotto in cashmere a mantella: pezzi che in comune hanno «la severità del tessuto e l’alta sartoriali­tà», spiega Bellomo, mostrando il bottone rivestito («costato 200 euro»). Il pantalone in panno bianco foderato ha la forma della tuta, si porta con il blazer e un top in cashmere o seta. «Utilizzo soprattutt­o lini e cotoni purissimi, cashmere e seta, pelli pizzi Valencienn­es, tutti cuciti a mano a punto parigino», racconta la designer. E fondamenta­li nella moda italiana che si distingue sono sempre le sarte. «Mi avvalgo della collaboraz­ione di un team prezioso che sono riuscita a formare e che seguo dopo l’orario di chiusura», racconta Angela. «Abili mani traducono il disegno in un capo personaliz­zato che esalti al meglio la silhouette della donna che lo indosserà, rispettand­one l’età. Stravolger­e la tradizione non serve: chi esce dalla mia boutique non segue la moda, la fa».

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