Corriere della Sera

Il baule magico di Ghesquière «La moda è adesso Non ho paura di osare tutto»

Lo stilista di Louis Vuitton si racconta: da giovane avanguardi­sta a maestro quarantenn­e diviso tra l’amore per la geometria e il valore della memoria. A Roma una mostra ripercorre il suo lavoro

- Matteo Persivale

«Chez Louis Vuitton, j’ose tout » aveva detto Nic o l a s G h e - squière l’anno scorso, battezzand­o con quello che più che un mot juste pareva un educato grido di battaglia, il suo insediamen­to al timone delle collezioni Donna della maison fondata nel 1854. «Osare tutto» per il silenzioso principe del nouveau cool — lo stile geometrico e internazio­nale del quale è l’interprete più talentuoso — vuol dire portare l’avanguardi­a nella casa miliardari­a di uno dei loghi più potenti, ricchi e (prima del suo arrivo) invadenti. Ma anche fare una riflession­e sulla quale la moda non si sofferma molto spesso, assillata com’è dalle scadenze commercial­i delle collezioni che si inseguono, delle «cruise», degli anni in cui mi hanno chiamato futurista ho sempre cercato di spiegare che diffido da questa etichetta: la moda è adesso».

E proprio il senso del tempo è al centro di «Series 2», la mostra che a Palazzo Ruspoli a Roma— dal 22 maggio al 7 giugno — racconta la vita delle idee: le idee di Ghesquière e lo spirito della maison per cui disegna. Nella mostra c’è un baule magico — simbolo della casa francese, nella versione in tela Grey Trianon del primo baule del 1854 — che proietta ologrammi del passato, del presente e del futuro di Vuitton.

La prima parola che esce dal «magic trunk»? «Time», tempo. Il passato del marchio, nella mostra, è rappresent­ato dalle Muse storiche — Catherine Deneuve, Françoise Hardy, Jane Birkin — e quelle di oggi verso le quali Nicolas Ghesquière ha un rapporto profondo e complicato: ci sono donne come Charlotte Gainsbourg — e più di recente Michelle Williams — che lo ispirano da anni «perché mi colpiscono per la loro complessit­à, per la loro intelligen­za, per la loro sensibilit­à: mi ricordano che al centro del lavoro di uno stilista c’è la donna, la sua vita, la realtà effettiva del suo corpo... il suo vivere nel tempo della sua giornata di lavoratric­e, di madre, di moglie — e il suo vivere nel tempo».

«Series 2» racconta l’artigianat­o con le videoproie­zioni dell’atelier di Asnières aperto nel 1859 sulle sponde della Senna, con i suoi duecento artigiani («Se gli stilisti sono davvero artisti che dire di questi artigiani e della magia del loro savoir faire? » spiega lo stilista). Ecco le «facce parlanti» che rievocano la sfilata primavera/estate 2015 dello scorso ottobre alla neonata Fondation Louis Vuitton parigina, la casa futuristic­a creata da Frank Gehry per integrarsi con una città antica: è un coro greco modaiolo di volti di modelle proiettati su schermi di vetro, la moda di un marchio antico che si racconta attraverso la fantascien­za: «Fin da bambino sapevo che avrei fatto lo stilista, avrò avuto otto o nove anni e già disegnavo in continuazi­one vestiti da donna: infiammava­no la mia fantasia — ricorda Ghesquière —. Ma la moda che è ispirazion­e è anche pragmatism­o e velocità: il guardaroba ideale è atemporale».

Ancora il tempo: «Series 2» racconta la sfilata primavera/ estate 2015 che era composta da 48 look, che si ripetono nella stanza del «Infinite Show» in un’«esperienza immersiva» da video art, come se lo spettatore fosse alla sfilata — che diventa senza tempo, oltre il tempo.

In un mondo recentemen­te popolato da stilisti che sono andati a scuola di moda — e la Central St. Martins londinese ha dato il diploma a un numero obiettivam­ente sproporzio­nato di direttori creativi — Ghesquière ha scelto la strada antica e nobile dell’apprendist­ato, la prima esperienza a 14 anni da Agnès b. e da allora tanti lavori che l’hanno portato a soli 25 anni al timone di un grande marchio francese, Balenciaga, Le muse Michelle Williams, Charlotte Gainsbourg: penso alla loro vita più che alla loro immagine dove ha spiegato che il passato della moda è il suo futuro e gli archivi sono fatti per ricordarci un esprit, per raccontarc­i quello che una volta era nuovissimo — non per essere saccheggia­ti dal copia-e-incolla di un mercato globale famelico di novità che in realtà non lo sono.

E adesso, poco più che quarantenn­e, ci ricorda che «educhiamo noi stessi con la scoperta, con l’esplorazio­ne: della moda e della sua Storia ma soprattutt­o del mondo che ci circonda. Dell’architettu­ra, di un albero... Del modo di camminare di una sconosciut­a vista passare per strada». La musa casuale di uno stilista abituato a dialogare con loro: secondo i greci erano figlie di Zeus, il più potente di tutti gli dei dell’Olimpo. E di Mnemosine, la memoria.

mpersivale

 ??  ?? Stilista Nicolas Ghesquière ritratto da Karim Sadli: lo stilista francese è nato il 9 maggio 1971 a Comines. Ha diretto per 15 anni la maison di Balenciaga (incarico ottenuto a soli 25 anni) e dalla fine del 2013 è direttore creativo delle collezioni...
Stilista Nicolas Ghesquière ritratto da Karim Sadli: lo stilista francese è nato il 9 maggio 1971 a Comines. Ha diretto per 15 anni la maison di Balenciaga (incarico ottenuto a soli 25 anni) e dalla fine del 2013 è direttore creativo delle collezioni...
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