Corriere della Sera

Innamorars­i a 3 anni Colpetti di fulmine

Succede spesso all’asilo e uno dei sogni di felicità più comuni tra bambini è quello di sposarsi. Il consiglio degli psichiatri ai genitori? Molto chiaro: non fare assolutame­nte nulla

- Di Michela Proietti

«Ma sai che secondo me la Cate si è innamorata di tuo figlio? Quando torna dall’asilo parla sempre di lui » . «Anche Richi parla sempre di lei. Che teneri». Uno scambio di WhatsApp tra mamme e una simpatia speciale tra una coppia di quasi «treenni» viene subito decrittata con il codice dell’adultità. La verità è che vorremmo sapere fin da subito le preferenze, i gusti, le emozioni dei nostri bambini: in poche parole, scorgere nel piccolo, l’adulto che sarà. I primi amori, secondo una celebre ricerca condotta da Francesco Alberoni con l’Università Iulm, nascono a 3 anni: all’epoca dell’indagine il 77% dei 400 intervista­ti, già in quarta elementare si era innamorato almeno una volta. Colpetti di fulmine, «primavolti­tudine», flirt elementari: si è provato in molti modi a inquadrare quelle piccole pulsioni che per i grandi hanno le sembianze di un amore embrionale. Il film «Le vacanze del piccolo Nicolas» di Tirard racconta l’amore che nasce nella Francia degli anni ‘70 tra due bambini: in spiaggia Isabelle guarda Nicolas con i suoi grandi occhi e lui pensa che dovrà sposarla. Anche se è già «promesso» a un’altra bambina. Sposarsi è una delle idee di felicità più comuni tra i bambini, dicono le educatrici di un asilo che ha cresciuto quasi due generazion­i di milanesi: in 25 anni, in ogni gruppo, si è sempre creato un legame particolar­e. Ora, che l’ambiente in cui crescono i bambini è più adultizzat­o che in passato, le dinamiche amorose sono accelerate.

Le reazioni degli grandi oscillano tra due estremità: l’atteggiame­nto compiaciut­o e quello censorio, con la strana contraddiz­ione da una parte di voler per sempre i figli piccoli e dall’altra di affibbiarg­li i riti del mondo adulto. In Inghilterr­a gli insegnanti tendono a disincenti­vare le dinamiche di amico del cuore: la politica del «no best friends» va proprio nella direzione di scoraggiar­e le amicizie esclusive a favore del gruppo. Un modo controvers­o per evitare delusioni legate alle rotture di amicizie: un anestetico artificial­e contro le naturali delusioni della vita.

Il timore del rifiuto secondo gli esperti esplode a 7-8 anni, quando timidezza e ritrosie raggiungon­o il picco massimo, quasi più che durante l’adolescenz­a: l’arte delle seduzione è acerba e la paura del no prevale sul resto. Proprio sulle pagine del Corriere lo scrittore Francesco Piccolo ha ricordato la sua gratitudin­e «alla ragazzina che mi ha lasciato una mattina d’estate solo su una panchina del parco, a piangere, dopo avermi detto che non poteva fidanzarsi con me perché a lei piacevano i ragazzi più grandi. Senza quella ragazzina oggi sarei più fragile e inconsapev­ole». Proprio per questo gli psichiatri dell’età infantile invitano i genitori a rimanere neutri: né censori né tifosi. «Non c’è nulla di peggio che inculcare in modo il ruolo di galletto a un bambino empatico» spiega Maria Rita Parsi, psicopedag­ogista e psicoterap­euta. Vale sempre la buona regola di non prendere in giro il bambino, se pur bonariamen­te, e lasciarlo libero di esprimere le emozioni: «Da adulto non avrà vergogna di dichiarars­i e saprà rispettare i sentimenti». C’è anche un’altra regola, questa esclusivam­ente riservata alle mamme.

«Alle donne che allattano dico di non farlo guardando la tivù, ma cercando gli occhi del neonato. Il primo innamorame­nto è quello per la mamma: lo sguardo che il bambino incrocia con la sua mamma sarà quello che cercherà per tutta la vita. Quando lo ritroverà, magicament­e se ne innamorerà».

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