Innamorarsi a 3 anni Colpetti di fulmine
Succede spesso all’asilo e uno dei sogni di felicità più comuni tra bambini è quello di sposarsi. Il consiglio degli psichiatri ai genitori? Molto chiaro: non fare assolutamente nulla
«Ma sai che secondo me la Cate si è innamorata di tuo figlio? Quando torna dall’asilo parla sempre di lui » . «Anche Richi parla sempre di lei. Che teneri». Uno scambio di WhatsApp tra mamme e una simpatia speciale tra una coppia di quasi «treenni» viene subito decrittata con il codice dell’adultità. La verità è che vorremmo sapere fin da subito le preferenze, i gusti, le emozioni dei nostri bambini: in poche parole, scorgere nel piccolo, l’adulto che sarà. I primi amori, secondo una celebre ricerca condotta da Francesco Alberoni con l’Università Iulm, nascono a 3 anni: all’epoca dell’indagine il 77% dei 400 intervistati, già in quarta elementare si era innamorato almeno una volta. Colpetti di fulmine, «primavoltitudine», flirt elementari: si è provato in molti modi a inquadrare quelle piccole pulsioni che per i grandi hanno le sembianze di un amore embrionale. Il film «Le vacanze del piccolo Nicolas» di Tirard racconta l’amore che nasce nella Francia degli anni ‘70 tra due bambini: in spiaggia Isabelle guarda Nicolas con i suoi grandi occhi e lui pensa che dovrà sposarla. Anche se è già «promesso» a un’altra bambina. Sposarsi è una delle idee di felicità più comuni tra i bambini, dicono le educatrici di un asilo che ha cresciuto quasi due generazioni di milanesi: in 25 anni, in ogni gruppo, si è sempre creato un legame particolare. Ora, che l’ambiente in cui crescono i bambini è più adultizzato che in passato, le dinamiche amorose sono accelerate.
Le reazioni degli grandi oscillano tra due estremità: l’atteggiamento compiaciuto e quello censorio, con la strana contraddizione da una parte di voler per sempre i figli piccoli e dall’altra di affibbiargli i riti del mondo adulto. In Inghilterra gli insegnanti tendono a disincentivare le dinamiche di amico del cuore: la politica del «no best friends» va proprio nella direzione di scoraggiare le amicizie esclusive a favore del gruppo. Un modo controverso per evitare delusioni legate alle rotture di amicizie: un anestetico artificiale contro le naturali delusioni della vita.
Il timore del rifiuto secondo gli esperti esplode a 7-8 anni, quando timidezza e ritrosie raggiungono il picco massimo, quasi più che durante l’adolescenza: l’arte delle seduzione è acerba e la paura del no prevale sul resto. Proprio sulle pagine del Corriere lo scrittore Francesco Piccolo ha ricordato la sua gratitudine «alla ragazzina che mi ha lasciato una mattina d’estate solo su una panchina del parco, a piangere, dopo avermi detto che non poteva fidanzarsi con me perché a lei piacevano i ragazzi più grandi. Senza quella ragazzina oggi sarei più fragile e inconsapevole». Proprio per questo gli psichiatri dell’età infantile invitano i genitori a rimanere neutri: né censori né tifosi. «Non c’è nulla di peggio che inculcare in modo il ruolo di galletto a un bambino empatico» spiega Maria Rita Parsi, psicopedagogista e psicoterapeuta. Vale sempre la buona regola di non prendere in giro il bambino, se pur bonariamente, e lasciarlo libero di esprimere le emozioni: «Da adulto non avrà vergogna di dichiararsi e saprà rispettare i sentimenti». C’è anche un’altra regola, questa esclusivamente riservata alle mamme.
«Alle donne che allattano dico di non farlo guardando la tivù, ma cercando gli occhi del neonato. Il primo innamoramento è quello per la mamma: lo sguardo che il bambino incrocia con la sua mamma sarà quello che cercherà per tutta la vita. Quando lo ritroverà, magicamente se ne innamorerà».
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