Corriere della Sera

Aerei più leggeri per tagliare i costi

EasyJet studia poltrone di schiuma e vernici militari per ridurre le spese di carburante L’accusa della Banca mondiale: stipendi più bassi del 27% rispetto ai concorrent­i

- Corinna De Cesare

Ma come fanno? Basta fare un giro sui siti Internet delle maggiori low cost: tariffe da 17 euro per arrivare a Berlino, 35 euro per andare ad Olbia ad agosto nella dorata (e non proprio economica) Costa Smeralda. «Le low cost hanno costi inferiori del 30% rispetto alle compagnie tradiziona­li» ha sentenziat­o la Banca mondiale in un report che spiega come i vettori senza fronzoli siano riusciti con il tempo ad arrivare in tutto il mondo. Ma la domanda resta: come fanno?

I sospetti in tema di risparmi sulla sicurezza si sono sempre scontrati con le classifich­e internazio­nali in cui le low cost continuano a essere giudicate sicure. E allora? Se c’è una parola d’ordine in tutte le compagnie «no frills» è «ottimizzar­e»: gli aeromobili restano a terra il meno possibile, i voli cominciano a partire all’alba, si usano aeroporti secondari (che costano meno). «Si pagano stipendi più bassi» ha specificat­o nel suo report la Banca mondiale secondo cui i piloti low cost hanno retribuzio­ni più basse in media del 27% rispetto ai colleghi delle compagnie tradiziona­li. Ma non solo.

EasyJet ad esempio, la britannica che vola sui cieli d’Europa da ormai vent’anni, ha messo in piedi un meccanismo certosino di monitoragg­io dei costi che si chiama «easyJet lean» (snella). Obiettivo? Tenere la crescita dei costi (escluso il carburante) al di sotto dell’inflazione. E così in quattro anni gli arancioni hanno risparmiat­o 175 milioni di sterline e nel primo semestre del «Financial Year 2015» il piano ha messo al sicuro altri 28 milioni di euro. Una vera e propria fissazione, quella di «ottimizzar­e», arrivata fino al rivestimen­to usato per gli aerei: la low cost usa lo stesso polimero, in dotazione su alcuni aerei militari Usa, che consente di ridurre l’attrito e aggiunge solo 4 once al peso del velivolo. Con un taglio dell’1-2% di carburante. Perché meno peso sull’aereo significa meno carburante speso. Non proprio un dettaglio visto che l’incidenza del carburante sui costi operativi delle compagnie varia dal 35 al 40%. E così easyJet ha cestinato tutta la carta a bordo: 25 chili di moduli e manuali sostituiti da tablet. E per la stessa ragione effettua le operazioni di «rullaggio», della durata media di 20 minuti, con un solo motore acceso. Quando la compagnia guidata da Carolyn McCall si è messa a trattare con Airbus per 158 nuovi aeromobili, è tornata la parola d’ordine: «ottimizzar­e». È andata a finire che gli aerei, con un incastro tetris, hanno ricavato toilette più grandi ma vicine e una fila di poltrone in più. Sei posti rigorosame­nte «snelli» con i sedili fatti da una combinazio­ne di schiume che pesano il 26% in meno.

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