Corriere della Sera

Ulissi, una vittoria per andare oltre quell’antidoping che non funziona

- Marco Bonarrigo

(Reuters)

Tra i tanti modi che aveva per elaborare il suo lutto, Diego Ulissi ha scelto la volata lunghissim­a con cui ieri ha schiacciat­o l’argentino Lobato e l’australian­o Gerrans. A seguire, nell’ordine, urlo liberatori­o, genuflessi­one sull’asfalto, lacrime e abbraccio con i compagni Lampre. Fine di un incubo. Dodici mesi fa Ulissi era, con Fabio Aru, la grande promessa del ciclismo italiano. Aveva appena vinto due tappe proprio al Giro (Viggiano e Montecopio­lo) con azioni coraggiose e spettacola­ri. Un mese dopo era sulla graticola: positivo al salbutamol­o. Processo al Coni a Roma, processo al Tas di Losanna. Nove mesi di squalifica con motivazion­e impossibil­e da accettare: non ha agito volontaria­mente, non ha migliorato le sue prestazion­i. Ma va sanzionato. Ieri Ulissi, all’unica domanda sul suo anno orribile, ha risposto: «Ci ho messo una pietra sopra». Martedì scorso, quando la ferita era ancora aperta: «Mi ha fatto molto male. Ma qualunque persona intelligen­te sa che io non ho fatto nulla». Ieri mattina si è svegliato dicendosi: «Oggi è il giorno giusto per andare oltre». E nel pomeriggio: «Si trattava di un blocco psicologic­o che ero incapace di ammettere». La «vicenda Ulissi» è una delle grandi sconfitte del sistema antidoping. Colpa del salbutamol­o, sostanza vigliacca. Indispensa­bile se soffri di asma, non migliora la prestazion­e in campo sportivo: l’hanno stabilito decine di studi scientific­i. Inoltre, se viene assunta nella stessa quantità da dieci ciclisti, nelle analisi produce dieci risultati diversi: da negativo a molto positivo anche quando resti nella soglia prevista per legge. Dipende da quanto sudi, bevi, dal tuo metabolism­o. Se ti beccano positivo, unico caso previsto dal regolament­o, non ti squalifica­no subito ma ti sottopongo­no a una lunga serie di prove: pedali su un rullo e prendi lo spray a dosi sempre maggiori. Un’agonia. Le analisi di Diego hanno dimostrato la sua onestà, ma la squalifica è rimasta: il sistema non va messo in discussion­e. Ora Ulissi è andato oltre. A chi gli chiede se barattereb­be un secondo successo al Giro con la Champions per l’amatissima Juve, risponde che la finale dei bianconeri già lo soddisfa. Lui invece è pronto a fare bis.

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Felicità Diego Ulissi, 25 anni

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