Nubifragio, vento, fulmini: cede un soffitto a Malpensa Scali in tilt, voli in ritardo
Cento millimetri di pioggia: blocco di 45 minuti
Crollo di un controsoffitto, allagamenti: l’aeroporto di Malpensa ( foto) bloccato ieri per un nubifragio. In un’ora caduti 1.900 fulmini. Ciampino, avaria al computer del centro di controllo: disagi negli scali del Centro-Sud.
Allarmi impazziti e porte d’emergenza che si spalancano da sole. Pioggia e grandine. Allagamenti e ritardi. Scariche nel cielo e raffiche di vento. Un nubifragio, ieri, ha travolto l’aeroporto di Milano Malpensa. In un’ora sono caduti cento millimetri di pioggia (dieci centimetri) con 1.900 fulmini a squarciare l’aria in un raggio di venti chilometri. Scalo costretto al «flusso zero» — né decolli né atterraggi — per 45 minuti, dalle 14.15 alle tre del pomeriggio, e impianto elettrico in tilt per qualche minuto. Allagata la strada statale 336, cioè la bretella che collega l’aeroporto varesino all’A8, (anch’essa intasata), e ritardi accumulati dai treni del Malpensa Express. Passeggeri evacuati da alcune zone dell’aeroporto dopo il crollo di una controsoffittatura di dieci metri, aree circondate dal nastro biancorosso, 20 voli dirottati, decine di ritardi.
Che il pomeriggio dello scalo varesino non fosse dei più tranquilli, i passeggeri, ieri, l’hanno capito qualche istante prima del violento nubifragio: voli che non atterravano, primi ritardi, comunicazioni a singhiozzo. Finché l’acqua non ha incominciato a entrare da tutte le parti, provocando imprecazioni, indignazione e ironie. «Ci sono docce dappertutto» raccontava un autista privato che aspettava agli arrivi, mentre il giovane Alessandro, diretto a Istanbul spiegava: «Hanno tutti i cellulari in mano per documentare l’accaduto». Twitter invaso di fotografie, infiltrazioni dalle controsoffittature alle finestre, nelle zone degli arrivi, delle partenze e degli imbarchi, persino nella nuova parte appena inaugurata del Terminal 1. Tanto che la società che gestisce gli scali milanesi, la Sea, nel pomeriggio, ha tenuto a precisare: «Non abbiamo rifatto la struttura esterna originale ma soltanto restaurato muri e pavimenti».
La situazione è poi tornata alla normalità intorno alle cinque del pomeriggio, con 20 voli dirottati a Linate, Torino e in Svizzera. Dopo i primi attimi di confusione, il personale dell’aerostazione si è messo in moto con ogni tipo di strumento a disposizione, compresi aspirapolveri e carta igienica.
Acqua anche nei negozi al piano delle partenze, con i cassieri impegnati a cercare di limitare i danni «alla buona», con rotoli di carta assorbente e sacchetti di plastica. Almeno due esercenti hanno addirittura deciso di abbassare la ser- randa. Un enorme pozza davanti ai banchi dei check-in ha costretto a spostare le procedure di emissione biglietti e deposito dei bagagli, con gli altoparlanti in un turbine di annunci e i passeggeri intenti a cercare il desk. In serata, Sea ha fatto partire una task force: «In 48 ore ci attiveremo per riparare le guarnizioni, i punti delle infiltrazioni e i danni infrastrutturali. La struttura esterna è quella del 1998, per questo tetto e controsoffittature non hanno retto la tanta acqua caduta in un’ora. Lunedì speriamo che tutto torni in ordine».
Il nubifragio che ha colpito ieri Malpensa e gran parte del Nordovest, in particolare la zona del Lago Maggiore, ha avuto origine da un vortice ciclonico nell’Oceano Atlantico con l’aria umida e instabile spinta attraverso il Mediterraneo, prima d’infrangersi contro le Alpi. Spiega Pamela Turchiarulo dell’Osservatorio meteorologico Duomo: «Nello scontro con le zone montuose, la massa d’aria instabile si solleva, creando una condensa e scaricando le precipitazioni al suolo. Un fenomeno tipico, con la perturbazione che arriva da Sudest e poi rimbalza scendendo lungo l’Appenino. Normalmente i nubifragi sono molto localizzati, per questo a Milano quasi non ha piovuto. E anche i fulmini sono la conseguenza di temporali così forti».
Evacuazione I calcinacci si sono staccati da un’area di dieci metri: evacuati alcuni passeggeri