Bimbi e ragazzi leggono più libri (anche se siamo nell’era digitale)
Segno negativo dimezzato grazie al settore dei più piccoli. E i negozi indipendenti crescono
Dal Salone del libro di Torino arriva un’indicazione che vale una boccata d’ossigeno per l’editoria italiana: nei primi quattro mesi del 2015 dimezzato il segno negativo, le vendite passano da meno 4% a meno 2,6%. E tutto questo grazie ai libri per ragazzi. L’incremento del settore per i più giovani è del 6,4% (il più alto di sempre). Cioè, su 100 copie vendute 22 sono libri per bambini e ragazzi. In piena epoca digitale. Merito di Peppa Pig e Masha e Orso, certo, ma non solo, considerato che i numeri sono in crescita in tutti i canali, soprattutto in quello delle librerie indipendenti che meno facilmente si accomodano sul titolo commerciale.
TORINO Non splende ancora il sole sull’editoria italiana, ma certo splende sul mercato del libro per ragazzi. Lo dicono i dati presentati ieri al Salone del libro di Torino. L’incremento del settore per i più giovani è del 6,4% (il più alto di sempre). Cioè, su 100 copie vendute 22 sono libri per bambini e ragazzi. Merito di Peppa Pig e Masha e Orso, certo, ma non solo, considerato che i numeri sono in crescita in tutti i canali, soprattutto in quello delle librerie indipendenti che meno facilmente si accomodano sul titolo di maggiore impatto commerciale. Nella classifica dei primi venti soltanto quattro sono titoli per bambini e ragazzi (compresi young adult), mentre, per fare un confronto, negli Stati Uniti si arriva a 15.
Come scenario generale i dati Nielsen presentati ieri al Salone, nel convegno organizzato dall’Aie, dicono che nei primi 4 mesi del 2015 il segno negativo (-2,6 % a valore, -4% a volume) resta ma quasi si dimezza rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Segnali incoraggianti dicono gli editori, soprattutto considerata la crescita di altri mercati mondiali a cui spesso si guarda, come quello americano ormai uscito dalla crisi (+3,5%). «Se poi consideriamo oltre al mercato dei libri di carta anche il segmento ebook e le performance di Amazon, che non fornisce i suoi dati — ha detto Marco Polillo, presidente dell’Aie — non escludiamo che quel segno meno sui libri di carta si traduca per tutto il mercato del libro in un segno più». O almeno in un –0,27% secondo i calcoli e le correzioni del presidente di Gems, Stefano Mauri.
I dati sono positivi per le librerie indipendenti che aumentano del 2,3% a volume e dell’1,9 % a valore («una vittoria di tutti», l’ha definita Polillo), mentre diminuiscono le librerie di catena (-3,9% a copie e -3,7% a valore) e crolla la grande distribuzione (-14,8% a volume, -12,2% a valore). Per il resto dei generi, tiene la fiction (-1,1 %), anche in questo caso soprattutto grazie alle librerie indipendenti mentre cala la non fiction in tutte le sue categorie.
L’esplosione del mercato dei libri per bambini, trend in continuo aumento ormai da qualche anno (si è anche invertito anche quello dei diritti, con i nostri editori che vendono titoli all’estero più di quanti ne comprino), ha molte spiegazioni. «Sono quelli che soffrono meno il digitale, in cui funziona il meccanismo del regalo e del consiglio scolastico», spiega Mauri. Contano anche la forza della fidelizzazione di charachter seriali, da Geronimo Stilton a Peppa Pig a Masha e Orso. «Per i più piccoli il libro è ancora un oggetto che esiste, conta, si legge, con il quale si gioca, ci si addormenta. È un compagno, uno strumento. Certo, ci sono le mode, i fenomeni che creano fatturati molto importanti», commenta Carlo Gallucci, editore del marchio omonimo, ma è anche «il segno del grande lavoro fatto dagli editori italiani che sono tanti e di qualità. È un mercato frammentato, fatto di piccoli, medi e grandi gruppi e questo è una ricchezza. Fatte le proporzioni, non credo che nell’editoria per adulti ci siano tante sigle quante ce ne sono in quella per bambini. Negli ultimi anni è stato favorito anche da occasioni come la Fiera del libro per ragazzi di Bologna, dal lavoro di librerie specializzate, dalla promozioni di riviste come “Andersen”».
«È il segmento che dà maggiore soddisfazione e darà anche al mercato per adulti la possibilità di crescere», conferma Beatrice Fini, direttore editoriale di Giunti che ha portato in Italia uno dei fenomeni che hanno contribuito all’incremento del settore, Peppa Pig (oltre sei milioni di copie vendute), ma anche un libro di qualità per giovani adulti come Wonder di R. J. Palacio, che è riuscito ad arrivare alle 100 mila copie. «Certo nei più piccoli il libro subisce meno la concorrenza di altri media. La fascia più difficile rimane quella della scuola media, gli 11-13. Lì si vince soltanto se si riesce a proporre loro storie che davvero li interessano, semplici, raccontate con chiarezza. Wonder è un caso molto significativo: ha distribuito le vendite in modo uguale nei tre canali, ovvero librerie di catena, indipendenti e Grande distribuzione. Anche la scuola dovrebbe adeguarsi in questo senso e introdurre la narrativa contemporanea. Quando i ragazzi trovano uno scrittore che li soddisfa rimangono fedeli».
Il successo dei libri per bambini ha avuto anche un altro effetto: convincere molti scrittori a cimentarsi nel genere, come hanno fatto recentemente Christian Frascella, Paolo Di Paolo, Paolo Nori. «E infatti l’offerta si è molto allargata, anche se scrivere per ragazzi non è più facile che scrivere per adulti. E anche il mercato straniero continua a offrire gran belle storie», aggiunge Beatrice Fini. In ogni caso, per Mauri «bisogna ripartire da lì e non soltanto dai bambini, ma da quel segmento young adult che produce non solo lettori, ma anche scrittori in erba. Ragazzi che vivono sui social, che maneggiano il digitale e che, si spera, sapranno appropriarsi del formato libro e portarselo nel loro mondo anche da adulti».