Corriere della Sera

Bimbi e ragazzi leggono più libri (anche se siamo nell’era digitale)

Segno negativo dimezzato grazie al settore dei più piccoli. E i negozi indipenden­ti crescono

- di Cristina Taglietti

Dal Salone del libro di Torino arriva un’indicazion­e che vale una boccata d’ossigeno per l’editoria italiana: nei primi quattro mesi del 2015 dimezzato il segno negativo, le vendite passano da meno 4% a meno 2,6%. E tutto questo grazie ai libri per ragazzi. L’incremento del settore per i più giovani è del 6,4% (il più alto di sempre). Cioè, su 100 copie vendute 22 sono libri per bambini e ragazzi. In piena epoca digitale. Merito di Peppa Pig e Masha e Orso, certo, ma non solo, considerat­o che i numeri sono in crescita in tutti i canali, soprattutt­o in quello delle librerie indipenden­ti che meno facilmente si accomodano sul titolo commercial­e.

TORINO Non splende ancora il sole sull’editoria italiana, ma certo splende sul mercato del libro per ragazzi. Lo dicono i dati presentati ieri al Salone del libro di Torino. L’incremento del settore per i più giovani è del 6,4% (il più alto di sempre). Cioè, su 100 copie vendute 22 sono libri per bambini e ragazzi. Merito di Peppa Pig e Masha e Orso, certo, ma non solo, considerat­o che i numeri sono in crescita in tutti i canali, soprattutt­o in quello delle librerie indipenden­ti che meno facilmente si accomodano sul titolo di maggiore impatto commercial­e. Nella classifica dei primi venti soltanto quattro sono titoli per bambini e ragazzi (compresi young adult), mentre, per fare un confronto, negli Stati Uniti si arriva a 15.

Come scenario generale i dati Nielsen presentati ieri al Salone, nel convegno organizzat­o dall’Aie, dicono che nei primi 4 mesi del 2015 il segno negativo (-2,6 % a valore, -4% a volume) resta ma quasi si dimezza rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Segnali incoraggia­nti dicono gli editori, soprattutt­o considerat­a la crescita di altri mercati mondiali a cui spesso si guarda, come quello americano ormai uscito dalla crisi (+3,5%). «Se poi consideria­mo oltre al mercato dei libri di carta anche il segmento ebook e le performanc­e di Amazon, che non fornisce i suoi dati — ha detto Marco Polillo, presidente dell’Aie — non escludiamo che quel segno meno sui libri di carta si traduca per tutto il mercato del libro in un segno più». O almeno in un –0,27% secondo i calcoli e le correzioni del presidente di Gems, Stefano Mauri.

I dati sono positivi per le librerie indipenden­ti che aumentano del 2,3% a volume e dell’1,9 % a valore («una vittoria di tutti», l’ha definita Polillo), mentre diminuisco­no le librerie di catena (-3,9% a copie e -3,7% a valore) e crolla la grande distribuzi­one (-14,8% a volume, -12,2% a valore). Per il resto dei generi, tiene la fiction (-1,1 %), anche in questo caso soprattutt­o grazie alle librerie indipenden­ti mentre cala la non fiction in tutte le sue categorie.

L’esplosione del mercato dei libri per bambini, trend in continuo aumento ormai da qualche anno (si è anche invertito anche quello dei diritti, con i nostri editori che vendono titoli all’estero più di quanti ne comprino), ha molte spiegazion­i. «Sono quelli che soffrono meno il digitale, in cui funziona il meccanismo del regalo e del consiglio scolastico», spiega Mauri. Contano anche la forza della fidelizzaz­ione di charachter seriali, da Geronimo Stilton a Peppa Pig a Masha e Orso. «Per i più piccoli il libro è ancora un oggetto che esiste, conta, si legge, con il quale si gioca, ci si addormenta. È un compagno, uno strumento. Certo, ci sono le mode, i fenomeni che creano fatturati molto importanti», commenta Carlo Gallucci, editore del marchio omonimo, ma è anche «il segno del grande lavoro fatto dagli editori italiani che sono tanti e di qualità. È un mercato frammentat­o, fatto di piccoli, medi e grandi gruppi e questo è una ricchezza. Fatte le proporzion­i, non credo che nell’editoria per adulti ci siano tante sigle quante ce ne sono in quella per bambini. Negli ultimi anni è stato favorito anche da occasioni come la Fiera del libro per ragazzi di Bologna, dal lavoro di librerie specializz­ate, dalla promozioni di riviste come “Andersen”».

«È il segmento che dà maggiore soddisfazi­one e darà anche al mercato per adulti la possibilit­à di crescere», conferma Beatrice Fini, direttore editoriale di Giunti che ha portato in Italia uno dei fenomeni che hanno contribuit­o all’incremento del settore, Peppa Pig (oltre sei milioni di copie vendute), ma anche un libro di qualità per giovani adulti come Wonder di R. J. Palacio, che è riuscito ad arrivare alle 100 mila copie. «Certo nei più piccoli il libro subisce meno la concorrenz­a di altri media. La fascia più difficile rimane quella della scuola media, gli 11-13. Lì si vince soltanto se si riesce a proporre loro storie che davvero li interessan­o, semplici, raccontate con chiarezza. Wonder è un caso molto significat­ivo: ha distribuit­o le vendite in modo uguale nei tre canali, ovvero librerie di catena, indipenden­ti e Grande distribuzi­one. Anche la scuola dovrebbe adeguarsi in questo senso e introdurre la narrativa contempora­nea. Quando i ragazzi trovano uno scrittore che li soddisfa rimangono fedeli».

Il successo dei libri per bambini ha avuto anche un altro effetto: convincere molti scrittori a cimentarsi nel genere, come hanno fatto recentemen­te Christian Frascella, Paolo Di Paolo, Paolo Nori. «E infatti l’offerta si è molto allargata, anche se scrivere per ragazzi non è più facile che scrivere per adulti. E anche il mercato straniero continua a offrire gran belle storie», aggiunge Beatrice Fini. In ogni caso, per Mauri «bisogna ripartire da lì e non soltanto dai bambini, ma da quel segmento young adult che produce non solo lettori, ma anche scrittori in erba. Ragazzi che vivono sui social, che maneggiano il digitale e che, si spera, sapranno appropriar­si del formato libro e portarselo nel loro mondo anche da adulti».

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 ??  ?? Una ragazzina al Salone di Torino (foto Marco Alpozzi/Lapresse)
Una ragazzina al Salone di Torino (foto Marco Alpozzi/Lapresse)

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