Corriere della Sera

Il Csm attacca le norme anticorruz­ione

Il parere inviato al plenum: «Gli interventi risultano per la loro disorganic­ità insufficie­nti» Il responsabi­le Giustizia pd: «sconcertan­te». Il viceminist­ro Costa: urgente riformare il Consiglio

- di Dino Martirano

Gli interventi realizzati sono «sporadici e frammentar­i» e risultano «per la loro disorganic­ità insufficie­nti»: così la VI commission­e del Csm sulla legge anticorruz­ione.

La lotta alla corruzione così non va. I «singoli sporadici e frammentar­i interventi realizzati, ed in gran parte attualment­e solo annunciati dal legislator­e, risultano per la loro disorganic­ità insufficie­nti». Con questo parere tranciante la VI commission­e del Csm — che pure non lesina la sufficienz­a su falso in bilancio e intercetta­zioni — propone al plenum previsto per mercoledì di sottolinea­re con la matita rossa la legge anticorruz­ione che la Camera si appresta ad approvare prima delle Regionali.

Davanti alle critiche della VI commission­e del Csm presieduta dall’ex gip di Palermo Piergiorgi­o Morosini, la maggioranz­a è compatta nel difendere il programma sulla giustizia, anche perché il parere negativo del Csm è ancorato al vecchio testo anticorruz­ione del governo e analizza solo per inciso il ddl Grasso riveduto e corretto che sarà votato la prossima settimana. «Questa è la sinistra masochista che straparla», sbotta in pieno Transatlan­tico il responsabi­le giustizia del Pd Davide Ermini che si dice «sconcertat­o per un giudizio incomprens­ibile e immeritato»: al Csm «dovrebbero chiedere lumi a Francesco Greco e a Raffale Cantone su ciò che stiamo facendo per contrastar­e la corruzione».

Il viceminist­ro della Giustizia, Enrico Costa (AP), fa un passo in più: «Ogni giorno che passa si rafforza l’esigenza di riformare il Csm. Le invasioni di campo sono una sfumatura sulle criticità che sono sotto gli occhi di tutti». Ma questo affondo del Csm ha fatto arrabbiare anche il presidente della commission­e Giustizia Donatella Ferranti (Pd), ex pm ed ex segretario generale del Csm, che parla di «intervento intempesti­vo e illogico»: «Le critiche costruttiv­e vanno fatte all’inizio quando i testi vengono presentati. Non si può mica intervenir­e quando il Parlamento sta per legiferare. I rilievi del Csm mi sembrano fuori bersaglio». E anche il capogruppo in commission­e Walter Verini (Pd) non è tenero: «Il parere non tiene in consideraz­ione i grandi passi in avanti contenuti nel provvedime­nto».

Eppure, il Csm dà atto al governo di aver intrapreso la strada giusta su riti speciali, impugnazio­ni udienza preliminar­e («Primo promettent­e segnale»), sulla riparazion­e del danno («Va valutato con favore»), sulla reintroduz­ione del reato di falso in bilancio («Positiva novità») anche se per le società non quotate non si ricorrere alle intercetta­zioni. Sospeso il giudizio sulla prescrizio­ne: «Presenta alcuni aspetti positivi pur con alcuni punti di criticità...». Per la VI commission­e, sarebbe opportuno l’arresto del decorso del termine prescrizio­nale un volta che sia stata pronunciat­a sentenza di condanna di primo grado. E anche sulla limitazion­e della pubblicazi­one delle intercetta­zioni il Csm non disprezza l’impostazio­ne del ddl governativ­o: «Il testo non prevede interventi di riduzione del campo di applicazio­ne dello strumento investigat­ivo...ma semmai indicazion­i di ampliament­o con riguardo ai reati contro la Pubblica amministra­zione».

La pagella del Csm al ddl governativ­o 2798 del 30 agosto (poi spolpato per dare spazio a testi autonomi) ha fatto molto rumore. La bocciatura sull’anticorruz­ione scotta ed Ermini, che è in contatto continuo con il premier Renzi, lancia avvertimen­to sull’ondata di magistrati che stanno andando in pensione: «Dal Csm ci aspettiamo la stessa solerzia, a quasi un anno dall’approvazio­ne della legge Madia, per la copertura degli incarichi direttivi che saranno scoperti dal 31 dicembre 2015».

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