L’Antitrust indaga sui diritti tv del calcio
Ondata di perquisizioni della Guardia di Finanza nelle sedi di Infront, Lega, Mediaset, Rti e Sky L’ipotesi di un’intesa successiva alla gara per spartirsi il mercato. Il Biscione: assegnazione regolare
Il sospetto che ci fosse un patto tra pay tv sui diritti del calcio televisivo lo avevano tutti. Almeno da quando Claudio Lotito, presidente della Lazio, in un colloquio con il direttore del Carpi, reso pubblico, se ne vantò: «Io sono quello che ha fatto prendere 1,2 miliardi alla Lega di A, ho fatto parlare Murdoch e Berlusconi».
Ma ora è scritto nero su bianco su un provvedimento dell’Antitrust che ieri, assieme ai finanzieri del nucleo Speciale Tutela Mercati, ha bussato alle porte della Lega di Serie A, Sky Italia, Mediaset spa, Mediaset Premium, Rti e Infront Italia.
Nella giornata « no » del mondo del calcio, le Fiamme gialle hanno chiesto l’acquisizione di tutti i documenti relativi alla gara dei tre lotti di diritti sul calcio tv e ad eventuali accordi successivi. Per verificare se, come «risulta da notizie in possesso dell’Antitrust l’esito finale della vendita dei diritti, per la stagione calcistica 20152018, espletato dalla Lega Calcio, sarebbe stato alterato da un accordo restrittivo della concorrenza». Dopo un’analisi accurata dei documenti e l’eventuale audizioni delle parti, entro 60 giorni, si valuterà se aprire anche un’indagine penale.
La notizia ha fatto scalpore. Lo stesso premier Matteo Renzi ha dichiarato: «Ne abbiamo viste di tutti i colori da quando siamo al governo, oggi anche l’indagine sui diritti tv». E ha invitato a fare chiarezza in fretta per fugare ogni sospetto.
In sostanza, nell’ipotesi dell’Antitrust Sky e Mediaset avrebbero trovato un’intesa successiva alla gara per spartirsi il mercato scambiandosi i pacchetti: a Rupert Murdoch i diritti satellitari e a Mediaset quelli delle partite premium sulla piattaforma del digitale terrestre. E la Lega, su suggerimento dell’advisor Infront, lo avrebbe avallato, a costo di rinunciare a circa 150 milioni di euro. Invece l’esito della gara prefigurava un assetto diverso: a Sky dovevano andare i pacchetti A e B a Rti (Mediaset).
«Una violazione delle regole » , aveva accusato in quei giorni Eurosport, che, come Fox Sport, aveva partecipato alla gara, minacciando battaglie legali.
Rivendica un’assegnazione «perfettamente regolare» Mediaset che rimarca di avere avuto il benestare sia di Agcom che dell’Antitrust. E anche la Lega Calcio e Infront dichiarano «massima fiducia» nel Garante. Ma a leggere il provvedimento firmato dal presidente Giovanni Pitruzzella e dal segretario generale Roberto Chieppa, qualcosa che non quadra c’è.
Nelle 9 pagine si ripercorrono le tappe dell’accordo. Il pacchetto A per i diritti sul satellitare di 8 società sportive di maggior interesse, per un totale di 248 eventi era andato a Sky. Il pacchetto B con i diritti per i medesimi eventi ma da trasmettere su digitale terrestre a Rti. Il pacchetto D con l’esclusiva del prodotto in tutte le piattaforme per i rimanenti eventi (132 match corrispondenti al 35% degli eventi) a Rti. Le stesse notizie di stampa però, scrive il Garante, «sembrano indicare che l’assetto finale per l’assegnazione non discenda da un confronto competitivo fra gli operatori interessati, ma sia frutto di un accordo, realizzato successivamente».
Si parla di «ruolo improprio e ambiguo» di Claudio Lotito, consigliere della Lega «senza mandati particolari» ma pronto a fare da mediatore nella vicenda. Contro il parere del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che puntava a massimizzare i profitti evitando accordi al ribasso. Quello che l’Antitrust sospetta ci sia stato.
Accordi restrittivi «Esito finale della vendita alterato da un accordo restrittivo della concorrenza»