Corriere della Sera

Quei giorni d’estate e il sistema Bogarelli per controllar­e i voti della Serie A

-

Già allora era stato battezzato quel pasticciac­cio brutto di via Rosellini 4, la sede meneghina della Lega calcio. Forse perché di mezzo ci sono anche i romani. I giorni vanno dal 23 giugno al 26 giugno 2014. Da poco c’è stata a Recife la partita Italia-Costa Rica, che sarà ricordata per temperatur­a e umidità record al di là dell’umano. Ma per il calcio a Milano sono giorni ancora più caldi: c’è da sminare la doppia offerta da 779 milioni con cui Sky si porterebbe a casa le principali 8 squadre di Serie A sia sul satellite che sul digitale terrestre. Valore: 69% di share. E Mediaset fuori. L’uomo che «controlla 17-18 voti nella Serie A» — l’autodefini­zione viene fornita da Claudio Lotito qualche mese dopo nella famosa telefonata registrata da Iodice — è attivissim­o con i due suoi compagni fidati (gli immancabil­i cellulari secondo alcuni, Marco Bogarelli e Adriano Galliani secondo altri).

Il presidente della Lazio incrocia Mr Infront Bogarelli tra via Rossellini e le basi delle società per far firmare l’accordo che deve cambiare tutto per non fare cambiare nulla. Chiamata in causa in quei giorni risulta anche l’Agcom che pure prende una parte della torta dei diritti tv (per la passata stagione erano stati 5 milioni di euro, non proprio bruscolini).

Sono in molti tra i presenti

A giugno L’incontro nella sede della Lega a Milano e il nodo delle offerte per digitale e satellite

all’assemblea a ricordare la moral suasion («le pressioni» in versione meno politicame­nte corretta) dell’asse Galliani-Lotito-Bogarelli per trovare l’intesa fin dalle primissime ore. Anche perché l’alternativ­a che già circolava rischiava di essere l’annullamen­to della gara. Una bomba: i diritti della Serie A valgono oltre un miliardo di euro all’anno e rappresent­ano l’ossigeno per la maggior parte dei club piccoli e medi. Allo stesso tempo sono importanti anche per le poche grandi squadre che comunque sono per la maggior parte indebitate. Senza diritti tv addio al calcio italiano.

La matassa è così ingarbugli­ata che c’è da domandarsi come faranno a spiegarla ai cinesi di Wanda Group che, nel frattempo, hanno acquistato Infront. Ma per spiegarla agli italiani basta tornare al calcio: Sky nei giorni dell’asta ha già perso i diritti tv della Champions League. Un disastro. Mediaset Premium — le voci di una cessione già circolano — ha dato il colpo di reni. Dal 2015-16 Sky si deve accontenta­re dell’Europa League. C’è chi racconta in quei giorni che tanto la Champions non è più così centrale per i tifosi italiani, pronostico già poco credibile comunque smentito nel frattempo dalla Juventus che ha conquistat­o la finale. La strategia di Sky è costringer­e Mediaset a uno «scambio» di diritti del tutto lecito. Era già stato fatto in passato proprio quando Andrea Zappia amministra­tore delegato di Sky aveva vinto la Champions per darla, forse con eccessivo fair play, alla rivale. È in questo clima che nell’assemblea del 26 giugno scorso spunta l’accordo tra Sky e Mediaset per lo scambio dei pacchetti. Non era certo un segreto. Come mai, dunque, aspettare così tanto? Alla fine

Il documento

 ??  ?? Dalle carte alla base del provvedime­nto con il quale sono state disposte una serie di ispezioni nelle sedi delle società coinvolte, l’Autorità garante della Concorrenz­a sospetta che l’assegnazio­ne dei diritti televisivi per i campionati 2015/2016,...
Dalle carte alla base del provvedime­nto con il quale sono state disposte una serie di ispezioni nelle sedi delle società coinvolte, l’Autorità garante della Concorrenz­a sospetta che l’assegnazio­ne dei diritti televisivi per i campionati 2015/2016,...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy