Corriere della Sera

Con la revisione tagli fino al 25% degli importi

- Di Enrico Marro

Flessibili­tà in uscita, ricalcolo della pensione, penalizzaz­ioni, assegno puramente contributi­vo. Attorno a queste parole, ruota il dibattito rilanciato dal presidente del Consiglio sulle correzioni della riforma Fornero. Obiettivo del governo, ha detto Matteo Renzi, è consentire a chi vuole di andare in pensione qualche anno prima ma prendendo meno. La «flessibili­tà in uscita», appunto. Operazione che però costa perché bisogna cominciare a pagare pensioni non previste e rinunciare a incassare i contributi di chi lascia il lavoro. La riforma Fornero consentiva di risparmiar­e 80 miliardi nei primi dieci anni, ma 12 miliardi sono già stati impegnati per mandare in pensione gli esodati. Con la flessibili­tà bisognereb­be rinunciare a un’altra fetta di risparmi, intaccando una delle voci principali di risanament­o dei conti pubblici. Il governo punta allora a convincere Bruxelles a considerar­e non la maggiore spesa immediata ma il «bilancio intertempo­rale», cioè che la spesa per le pensioni anticipate sarebbe compensata dalla riduzione del loro importo. Risultato che si può raggiunger­e in due modi: tagliando la pensione del 2-3% per ogni anno di anticipo (ma non si potrebbe comunque uscire prima di 62 anni) oppure ricalcolan­dola interament­e col metodo contributi­vo. In questo secondo caso il taglio sarebbe mediamente maggiore: il 5-6% per ogni anno di anticipo. Uscendo a 62 anni si perderebbe il 2025%: alla fine converrebb­e solo ai chi, licenziato dopo i 50 anni, rischia di restare senza stipendio e pensione (esodato). Un problema che o lo si affronta con la flessibili­tà o bisognerà trovare dei sussidi.

A giugno il presidente dell’Inps, Tito Boeri, formalizze­rà le sue proposte, proprio con l’obiettivo di sostenere chi perde il lavoro tra 55 e 65 anni e rischia di finire in povertà. Accanto alla flessibili­tà potrebbe essere necessaria un’integrazio­ne degli assegni per chi, con la penalizzaz­ione dovesse prendere non più di 400-500 euro. Come finanziarl­a? Boeri non ha rinunciato alla sua vecchia idea di un contributo a carico delle pensioni ricche sulla parte eccedente l’importo che sarebbe maturato applicando il contributi­vo. Come sempre, deciderà Renzi.

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