Corriere della Sera

Limiti alle sigarette nei parchi romani Polemiche sul divieto

- Ernesto Menicucci

Magari l’intento non era quello. Magari è stato soltanto un «pasticcio» amministra­tivo. Ma, alla fine, a leggere l’ordinanza del Campidogli­o, l’effetto per i fumatori sembra devastante: da oggi (o meglio, a partire dal prossimo 15 giugno) accendersi una sigaretta dentro una villa romana potrà costare molto caro. Almeno, come precisa il Comune, se ci si trova «dove sono presenti sterpaglie o altro materiale combustibi­le».

Perché, in base ad un’ordinanza firmata — a sua insaputa? — dal sindaco Ignazio Marino, tra le azioni per prevenire gli incendi nella Capitale, oltre al divieto di «far brillare mine o usare esplosivi», «usare apparecchi a fiamma o elettrici per bruciare metalli», «usare motori e fornelli», c’è anche — appunto — quello di «fumare».

Dove? In «tutto il territorio comunale», in particolar­e «nelle zone boscate e cespugliat­e», oltre ai terreni «condotti a coltura agraria, pascoli e incolti». Applicata alla lettera, l’ordinanza diventereb­be una «tagliola». Sei a passeggio a Villa Borghese, nel cuore della città, a Villa Ada oppure Villa Pamphili e vuoi accenderti una «bionda»? Vietato.

L’atto emanato da Marino «ordina alla Polizia locale di Roma Capitale di provvedere all’osservanza e all’esecuzione della presente ordinanza». Tanto che i vigili, già stremati dall’epoca delle «mille ordinanze» emanate dalla giunta Alemanno (c’era quella sui lavavetri e artisti di strada, quella sulla prostituzi­one, quella chiamata anti-bivacco, l’anti-borsoni: e quella sull’anti-rovistaggi­o nei cassonetti venne ritirata dopo le polemiche...), sono già sul piede di guerra: «Chi firma certi atti — dice Francesco Croce, sindacalis­ta della Uil — non ha capito bene come sono i nostri numeri. Qui più cala l’organico, più aumenta la fantasia di chi amministra...». Boicottagg­io, dunque? Non proprio, però di certo non ci sarà la «tolleranza zero»: «Noi — dice il vigile urbano — già pattugliam­o le ville. Se incappiamo in situazioni di questo tipo, intervenia­mo».

Il problema è che, come spesso capita agli atti formali del Campidogli­o, anche l’ordinanza antifumo nelle ville è diventata una sorta di «pasticcio». Sia amministra­tivo che diplomatic­o. Intanto perché il Comune dice di far riferiment­o ad una normativa regionale sugli incendi. Ma dalla Regione si affrettano a far sapere: «Noi diamo regole generali. Poi sono i Comuni che emanano le proprie regole».

Da qualche settimana, su ogni argomento, va così. Il Campidogli­o annuncia, la Regione «corregge». Tanto per capire quale equilibrio fragile ci sia, spesso sotto traccia, tra le due istituzion­i. Ma anche dal Campidogli­o arrivano le precisazio­ni: «L’ordinanza è conforme a quanto previsto dalle normative ed è identica agli anni precedenti. Il divieto di fumo riguarda invece le parti delle ville e dei parchi dove sono presenti sterpaglie o altro materiale combustile». Che, però, a guardare lo stato di abbandono del «verde» capitolino, sono quasi ovunque.

Contro gli incendi L’intervento rientra tra le azioni decise dal Campidogli­o per prevenire gli incendi I vigili Polizia municipale incaricata dei controlli «Chi firma certi atti non conosce gli organici»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy