L’omicida di Lodi rilasciato 24 ore prima dal Cie di Bari
Era violento e facile alla gelosia l’ex amante egiziano che sabato sera ha massacrato di botte e finito con due colpi al petto Antonia D’Amico. Moussad Hassane era uscito dal Centro per l’identificazione e l’espulsione di Bari il giorno prima dell’omicidio. Il tempo di recarsi a prendere il treno per Lodi e raggiungere la donna in serata in quella casa da cui entrava e usciva da almeno sei anni. Un particolare che il procuratore capo di Lodi, Vincenzo Russo, noto per aver già preso posizioni dure contro le «scarcerazioni facili», non ha mancato di sottolineare pubblicamente. «Lungi da me innescare polemiche politiche — ha affermato — ma registro che tanti irregolari identificati e in attesa di espulsione una volta rilasciati commettono reati, anche gravi. Forse è il caso di correggere le procedure che regolano i flussi nei centri». Moussad Hassane era in Italia dal 2005, da clandestino: 37 anni compiuti il giorno antecedente l’omicidio, nessun precedente penale, ma già due volte accompagnato al Cie per essere espulso. L’ultima, il 19 febbraio scorso, dopo la doppia denuncia presentata da Antonia D’Amico per ingiurie e percosse e quella contestuale di due vicini di casa della vittima, aggrediti con un coltellino dall’egiziano che li credeva amanti della sua donna. Da allora fino a sabato 16 maggio mattina è rimasto al Cie di Bari. In precedenza aveva vissuto soprattutto a Lodi dove da sei anni aveva intrecciato una relazione tempestosa con la D’Amico. Un po’ a casa sua, un po’ presso connazionali e a volte in un ex fabbrica abbandonata di Lodi. Il giorno del delitto Hassane ha inseguito Antonia per tutta la casa, picchiandola selvaggiamente e colpendola con oggetti presi qua e là, tra cui un bidone d’alluminio con cui le ha sfondato il volto prima di trafiggerla due volte al petto con un’arma (un cacciavite, uno stiletto o forbici), non ancora trovata. Le sue impronte sono saltate fuori ovunque nella casa sporca di sangue, in particolare sul bidone usato per sfigurare la donna.