Corriere della Sera

Alitalia, addio alleanza con Air France «L’accordo con Parigi? Ora ci frena»

Stop dal 2017. Cassano: non ci serve né per il commercial­e né per le strategie

- Antonella Baccaro

Air France-Klm, adieu. La compagnia aerea italiana, partecipat­a al 49% dall’emiratina Etihad, cambia strategia e chiude definitiva­mente quello che è stato un lungo e travagliat­o «matrimonio di interesse». Gli accordi di joint-venture siglati da Alitalia Cai, quando con il «piano Fenice» la compagnia provava la ripartenza appoggiand­osi all’alleanza francoolan­dese, non saranno più rinnovati quando scadranno nel 2017. Air France-Klm allora acquisì il 25% del capitale di Alitalia con un investimen­to di oltre 320 milioni di euro e pagando un sovrapprez­zo rispetto agli altri soci italiani.

In quella cornice fu firmata l’intesa che disciplina­va i servizi-passeggeri gestiti dai tre vettori tra l’Italia e la Francia (e oltre) e tra l’Italia e i Paesi Bassi (e oltre) che condiziona­vano Alitalia a alimentare lo scalo parigino, ma anche quello di Amsterdam, da cui originavan­o voli interconti­nentali in cambio di una quota degli introiti di quei voli. E dell’intesa del 2010 su marketing, vendita e distribuzi­one dei servizi Cargo Belly di Alitalia, cioè del riempiment­o della stiva degli aerei passeggeri con le merci, lasciati in gestione a Air France-Klm.

Per Silvano Cassano, amministra­tore delegato di Alitalia, «questi accordi non sono più vantaggios­i, né sotto il profilo commercial­e, né sotto il profilo strategico, per la nuova Alitalia e per il suo ambizioso piano di rilancio. Sono stati negoziati quando Alitalia era in una posizione molto diversa, con il risultato che gli stessi accordi, nella loro forma attuale, favoriscon­o la contropart­e». Il motivo è così spiegato: «Gli accordi limitano la nostra capacità di ridisegnar­e il nostro network e la possibilit­à per Alitalia di conseguire una sostenibil­ità di lungo termine delle proprie attività». Per fare un esempio, la nuova Alitalia sta ricostruen­do il proprio settore cargo a partire da Malpensa, attività che sarebbe stata impedita dall’accordo in essere.

La rottura per ora è unilateral­e: «Abbiamo comunicato ad Air France-Klm che siamo disposti a discutere accordi più equi a beneficio di tutti i soggetti coinvolti, ma finora non siamo pervenuti a questo risultato» si spiega.

La fine degli accordi di jointventu­re non vuol dire però che Alitalia uscirà dall’alleanza che fa capo ai francesi: Skyteam. Non è intenzione dei nuovi soci di Alitalia, e in particolar­e di Etihad, rompere l’alleanza cui fa capo il business delle miglia e gli accordi sulla distribuzi­one dei biglietti. Non è politica di Etihad interessar­si delle alleanze in cui sono inserite le compagnie partecipat­e, tant’è vero che la compagnia emiratina acquisendo nel 2011 Air Berlin non è intervenut­a sull’alleanza di appartenen­za, che era e rimane Oneworld. Il divorzio dai francesi segna il punto più basso di un rapporto nato sotto i migliori auspici nel luglio 2001 con i primi accordi siglati dall’ad Francesco Mengozzi dopo il fallito tentativo di matrimonio con gli olandesi di Klm nel 2000. La quota nella vecchia Alitalia Cai è pari all’1,9%.

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