La rivincita di Max il temporeggiatore oltre i confini della normalità
Dopo uno scudetto vinto con quattro giornate di anticipo, Max Allegri ha la possibilità di passare nuovamente all’incasso incrociando la Lazio nella finale romana di Coppa Italia e avendo all’orizzonte la madre di tutte le sfide, quella di Champions con il Barcellona. Comunque vada a finire stasera all’Olimpico, una cosa è certa: da qualsiasi parte la si rigiri, la sua prima stagione a strisce bianconere è destinata a passare alla storia minima del calcio, con buona pace di Antonio Conte. Non male per uno che nella sua avventura double face al Milan aveva collezionato medaglie (uno scudetto e una Supercoppa Italiana al primo colpo) ma pure topiche degne di essere tramandate ai posteri: a tutt’oggi il tecnico livornese resta infatti il solo ad avere centrato un’impresa impossibile, quella di non vincere il campionato con Ibrahimovic in squadra (è accaduto nella sua seconda stagione rossonera), per non parlare del benservito ad Andrea Pirlo, battezzato pronto per il carrello dei bolliti addirittura quattro anni fa. Scaricato da Berlusconi dopo il poker di gol che Berardi gli aveva rifilato nel gennaio dello scorso anno, l’Allegri vittorioso della Juve sta ora assaporando questa annata di beatificazioni tout court. A ben vedere pure Inzaghi ha contribuito a restituirgli la dignità che pareva perduta: lui (Superpippo) da Berardi ha incassato soltanto tre gol ma il suo cammino nel 2015 (20 partite, media punti di 1,05) ha rivalutato quello che a Max aveva procurato pernacchie e un licenziamento in tronco (19 partite, media di 1,15). Forse Allegri ha sedimentato disavventure ed errori, li ha trasformati in saggezza: fatto sta che il suo grande merito da juventino è stato soprattutto quello di guardare e di non toccare, limitandosi a staccare la spina dell’alta tensione, fiutando il desiderio di un gruppo di semidei (cancellare l’ombra di Conte) per dimostrare di essere in grado di (stra)vincere anche senza Conte. Nessuna rivoluzione ma l’intuizione vincente: seguire i suoi nuovi campioni per navigare oltre le colonne d’Ercole della normalità.