Berlusconi ha deciso Il Milan cambia «Un mercato super»
Galliani: «Siamo intenzionati a tornare in alto»
5 negli assist ) che mette il turbo (61-45) e tira i remi in barca (79-70 il finale), tenendo il punto interno nella serie, contro l’Acqua Vitasnella, sostenuta da Johnson Odom (22) e tradita dall’attesissimo Metta World Peace (foto). Mentre Reggio Emilia subisce il maremoto di Brindisi (730 nel primo quarto), ma non affoga e risale (Lavrinovic 18) dall’abisso con un finale allo spasimo. Stasera Milano e Trento cercano il bis con Bologna e Sassari.
«La prossima sarà una campagna acquisti importante». Adriano Galliani è già oltre: oltre una stagione disastrosa, oltre alcune scelte sbagliate (affidare la panchina al secondo allenatore senza esperienza si è rivelato un errore), oltre le lunghe e tormentate trattative per cedere il Milan (per ora tutte congelate). Si riparte da Silvio Berlusconi, questo è ormai chiaro. Ma come si riparte? Chi gli ha parlato in questi giorni conferma che il presidente è consapevole che al Milan serva qualche innesto importante. È pronto, quindi, a investire, anche in assenza di soci: un difensore, due centrocampisti (piace Bertolacci) e naturalmente un centravanti, possibilmente italiani, perché la linea guida resta costruire un Milan tricolore.
Le parole di Galliani, che prima di visitare la mostra «Football Heroes» si è insolitamente sbilanciato, sembrano andare in questa direzione: «Il presidente è pieno di voglia, siamo ben intenzionati per la prossima campagna acquisti. Dopo quest’anno in cui abbiamo tanto sofferto, crediamo che si possa tornare ai nostri livelli». Galliani pensa che risalire non sia poi così difficile, perché «quando si è una società con storia e prestigio basta poco per ripartire. Noi nel ’98 abbiamo chiuso decimi e nel ’99 abbiamo vinto lo scudetto. Nel 2011 la Juventus ha chiuso settima e nel 2012 ha vinto il campionato».
Insomma, pensare in grande non è vietato. E non è solo uno spot da campagna elettorale (il dubbio era lecito), è proprio un cambio di filosofia rispetto agli ultimi anni: Berlusconi si è reso conto che risparmiare sulla rosa, se poi si manca l’Europa, alla fine non si rivela affatto un risparmio. E quindi quest’anno ha deciso di investire. Naturalmente, la prima pedina da sistemare è quella dell’allenatore: il presidente continua a cullare il sogno di Ancelotti (che secondo molti ha già terminato l’esperienza con il Real, per la stampa inglese a beneficio di Benitez, per quella tedesca di Klopp), che però è corteggiato dal City; se è vero che si sta tentando anche la strada (sostanzialmente impraticabile) di Conte, in corsa ci sono Montella (nel caso in cui rescinda dalla Fiorentina e si liberi della clausola, ma il Milan non vuole fare sgarbi ai Della Valle), oltre che Sarri, che continua a piacere molto a Galliani, ed Emery (che però sembra il meno adatto per il Milan degli italiani). Pippo Inzaghi, come si è capito dalle parole di Berlusconi a Saronno, è a -2 gare dall’addio. «Abbiamo sempre detto che Pippo avrebbe concluso questo campionato — ha ribadito Galliani —, aspettiamo, mancano 12 giorni, dal 1° giugno prenderemo delle decisioni e vedremo cosa fare. Inzaghi ha un contratto fino all’anno prossimo, poi andremo a esaminare le cose».
Ma in realtà tutto il Milan è già oltre. E in attesa di capire il futuro del progetto stadio al Portello (risposta di Fondazione Fiera il 10 giugno, ma l’ottimismo è un po’ calato), Casa Milan festeggia il suo primo compleanno: fra museo, negozio e ristorante, ha fatturato 3,7 milioni di euro.
Cambio
Pippo Inzaghi, 41 anni, destinato a lasciare la panchina del Milan: i candidati alla successione sono Ancelotti, Conte, Montella e Sarri (Getty Images)