Corriere della Sera

«La Red Bull imiterà la Ferrari, c’è da imparare»

Il capo Horner: «Ci ha insegnato come si rimonta. E noi non molliamo. Quanto alla F1, è da cambiare»

- Flavio Vanetti

Un uomo felice Christian Horner ha appena sposato Geri Halliwell, la ex Spice Girl per la quale, un paio di anni fa, aveva lasciato la compagna dalla quale aveva avuto una bambina. I tabloid inglesi hanno ricamato sulla freddezza dei genitori di lui contrari alla nuova nuora. Viene da dire che nemmeno nel privato, di questi tempi, c’è tranquilli­tà per il capo-scuderia della Red Bull. Ma i guai vengono soprattutt­o dalla pista: va aggiunto il prefisso «ex» all’aggettivo «dominante» che ha caratteriz­zato il Blue-Team dell’era Vettel. Non è finita. I rapporti con la Renault, incapace di migliorare i motori, sono molto tesi; i piloti, Ricciardo e Kvyat, sono delusi e nervosi; il padrone, Dietrich Mateschitz, minaccia abbandoni prematuri della F1 (forse però si scorda che ha un impegno firmato almeno fino al 2020); il consulente, Helmut Marko, spesso parla da numero 1, creando anche situazioni imbarazzan­ti come l’aver ammesso – a differenza di Horner – che un futuro targato Audi (dal 2017) «è la sola ipotesi che può evitare la nostra uscita».

È un bollettino di guerra, aggravato dal fatto che anche nelle scelte politiche della F1, la Red Bull subisce la posizione dominante di Mercedes e Ferrari. «Resto dell’idea — dice Horner — che sia opportuno tornare ai motori V8: costerebbe ben di meno che continuare con i turbo. Tutta la F1 va rivista e resa più gradevole. Flavio Briatore, con la sua idea dello show, aveva in gran parte ragione: esagerava solo nel dare tutta la colpa agli ingegneri, però da uomo di marketing ha capito che il prodotto va cambiato. Ce la faremo? Questa F1 si fossilizza su aspetti che interessan­o a pochi: spero si svolti, ma per ora ho udito solo chiacchier­e».

Precisato che sulle minacce di Mateschitz è sereno («Non vedo cambiament­i nella sua filosofia, quelle uscite nascono solo dalla frustrazio­ne: è preoccupat­o per il motore “povero” che abbiamo»), liquidata la voce che vuole il patron austriaco pronto ad acquistare il controllo della Cvc per mettere lui al posto di Ecclestone («Mi sembra una totale baggianata»), Horner affronta le questioni di pista: «Lavoreremo sullo chassis, sarà un punto chiave della riscossa. Quanto ai motori, i quattro Mondiali vinti assieme provano che alla Renault sono capaci: non c’è nessuna guerra, ma solo una doverosa pressione».

Fuori luogo è anche l’idea che l’anno I dopo Newey abbia generato il caos nella squadra. «Prima di tutto è pura leggenda che Adrian sia fuori gioco: anzi, in certe aree è più coinvolto che nel passato. Però, è vero, stiamo cercando nuovi assetti e questo ha un prezzo: ma la qualità del personale è alta, così come la sua motivazion­e. Quanto ci manca Vettel? Dico zero perché farei un torto ai piloti di oggi. Però è bello vederlo lavorare bene a Maranello». E la Rossa, dopo anni di acerrima rivalità, è presa ad esempio: «La Ferrari ci sta insegnando come si fa a rimontare: la imiteremo. Non è vero che la Red Bull ha perso il suo spirito: non molliamo mai, contiamo di tornare a vincere nella seconda parte della stagione».

Questa F1 si fossilizza su aspetti che interessan­o a pochi: spero si svolti, per ora ho udito chiacchier­e

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