Corriere della Sera

Arrivò in Italia sul barcone Fermato a Milano per la strage al museo

Milano, in cella un marocchino. Lite sui migranti

- con l’analisi di F. Sarzanini di Andrea Galli e Cesare Giuzzi

Fermato a Gaggiano (Milano) con l’accusa di essere tra gli autori della strage al museo del Bardo di Tunisi del 18 marzo scorso: Abdel Majid Touil, marocchino, 22 anni, arrivò in Sicilia tra il 15 e il 16 febbraio, venne ripescato in mare, condotto a Porto Empedocle (nel cerchio), espulso. Poi salì a Milano in bus.

MILANO Un mandato di cattura internazio­nale emesso dalle autorità tunisine con l’accusa di essere tra gli ideatori e gli esecutori della strage al museo Bardo di Tunisi del 18 marzo scorso (24 morti, dei quali 4 italiani, 45 feriti). Molti dubbi. E una violenta polemica politica. Lega, Cinque Stelle, Fi e Fdi chiedono un passo indietro del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che ha commentato: «Siamo l’unico Paese al mondo dove c’è un’opposizion­e che protesta perché è stato arrestato un sospettato di terrorismo, invece di dire che il sistema ha funzionato».

Abdel Majid Touil è un marocchino di 22 anni. È stato soccorso nel Canale di Sicilia la notte del 15 febbraio dopo il naufragio di un barcone e sbarcato a Porto Empedocle il giorno successivo. Era senza documenti: il questore di Agrigento il 17 febbraio gli aveva intimato di lasciare il territorio italiano. Touil era salito a Milano in bus. Aveva raggiunto la madre Fatima, il fratello e la sorella nell’appartamen­to a Gaggiano, 15 chilometri da Milano. Digos e Ros dei carabinier­i lo hanno arrestato martedì pomeriggio lungo la provincial­e che taglia in due il paese. Durante l’arresto non ha opposto resistenza, neppure quando gli agenti hanno perquisito l’appartamen­to di via Pitagora. Sono state sequestrat­e due sim telefonich­e e alcune pen drive. Nient’altro, nemmeno una copia del Corano. L’arresto è frutto di una segnalazio­ne di metà aprile dell’intelligen­ce tunisina a quella italiana. Gli 007 hanno avvertito la Digos della presenza di Touil nella zona di Legnano. Per due settimane gli agenti dell’antiterror­ismo, coordinati dal procurator­e aggiunto Maurizio Romanelli, hanno sorvegliat­o l’appartamen­to dove vivono i parenti del marocchino. Ad insospetti­re gli inquirenti il fatto che Fatima, la madre di Touil, il 14 aprile (a quasi un mese dall’attentato del Bardo) avesse denunciato ai carabinier­i lo smarriment­o del passaporto del figlio.

Dopo l’arresto i vertici dell’antiterror­ismo hanno chiarito che il 22enne non risulta tra i frequentat­ori dei centri islamici e non ha precedenti; il suo nome non è mai stato al centro degli «alert» delle agenzie di intelligen­ce di altri Paesi. Touil, per la polizia italiana, è «un fantasma». Ma ad alimentare i dubbi rispetto alle accuse contenute nel mandato di cattura internazio­nale — omicidio, cospirazio­ne, reclutamen­to di terroristi — ci sono le testimonia­nze dei familiari («Non è un terrorista, in quei giorni era qui a casa») e quelle degli insegnanti della scuola di Trezzano sul Naviglio dove, dal 6 marzo, Touil aveva iniziato un corso di italiano. «Dai registri risulta essere stato presente dal 16 al 19 marzo, quindi nei giorni della strage», ha spiegato una professore­ssa. Il sindaco Fabio Bottero ha consegnato i registri ai carabinier­i. La Procura ha annunciato approfondi­ti accertamen­ti insieme agli investigat­ori della Digos e dei Ros: «Non è chiaro se all’uomo venga contestato di essere stato uno degli esecutori della strage o di aver fornito solo un supporto, magari a distanza». Per domani è stata fissata al Tribunale di Milano l’udienza sulla richiesta di estradizio­ne. Prima dell’eventuale consegna ai tunisini, l’arrestato comparirà davanti ai magistrati romani che hanno un fascicolo aperto sulla morte dei quattro italiani nella strage di Tunisi.

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 ?? (Newpress) ?? La famiglia Fatima Touil, madre del ragazzo accusato di aver partecipat­o all’attentato del museo del Bardo, di fronte alla casa dove vive la famiglia a Gaggiano, nel Milanese
(Newpress) La famiglia Fatima Touil, madre del ragazzo accusato di aver partecipat­o all’attentato del museo del Bardo, di fronte alla casa dove vive la famiglia a Gaggiano, nel Milanese

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