Corriere della Sera

Prepariamo­ci a fare i conti: la Grecia ci costerà molto

Il ministro Schäuble: effetto del voto per Syriza

- Di Francesco Daveri Nicastro, Taino

Con il passare dei giorni si sciolgono i dubbi nella partita a scacchi tra Atene e Berlino sul nuovo fallimento della Grecia dopo quelli del 2010 e del 2012. Da Atene arriva la dichiarazi­one di un rappresent­ante di Syriza che rivela che senza un accordo con i creditori la Grecia non potrà rimborsare i 300 milioni di euro che nei primi giorni di giugno dovrebbe restituire proprio al Fondo Monetario. Cioè Atene vorrebbe un prestito dall’Fmi per rimborsare un debito in scadenza proprio con la stessa istituzion­e di Washington.

Di fronte a così sofisticat­a ingegneria finanziari­a la mente vacilla. Sul fronte tedesco il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble fa salire ancora la tensione rispondend­o che oggi, a differenza di tre anni fa, non si sentirebbe più di escludere un default della Grecia. Tolti i guanti, tra i contendent­i volano gli stracci.

BERLINO Quando decide di dare un’intervista seduto nel suo ufficio di ministro delle Finanze — dunque non una dichiarazi­one volante — Wolfgang Schäuble di solito vuole dire qualcosa di significat­ivo. Ieri, lo ha fatto. Ha ammesso che la Grecia potrebbe fare default, cioè non pagare una rata del debito ai suoi creditori. Si tratterebb­e di un salto di qualità nella crisi che contrappon­e il governo di sinistra radicale di Atene al resto dell’eurozona: ma sarebbe la conseguenz­a — ha sostenuto il politico di governo più autorevole di Germania dopo Angela Merkel — di una scelta fatta dai cittadini ellenici. Schäuble ha anche senza mezzi termini invitato a stare «nei limiti delle sue funzioni» la Commission­e Ue, che nei giorni scorsi pareva volere avanzare proposte di mediazione nel negoziato con la Grecia.

In un’intervista ai quotidiani Wall Street Journal e Les Echos, il ministro ha detto che oggi ci penserebbe molto prima di dare di nuovo la garanzia che dette nel 2012, cioè che Atene non avrebbe fatto default. «La decisione sovrana, democratic­a del popolo greco ci ha lasciati in una posizione molto diversa» ha affermato. Il ragionamen­to di Schäuble, politico sofisticat­o, è inteso a fare pressione sul governo ellenico affinché accetti un programma di riforme in cambio di aiuti. Ma va al di là. Quando parla di scelta democratic­a, cioè dell’elezione al governo del partito di Syriza, indica due cose.

Innanzitut­to, che se Atene fa default non è perché una crisi finanziari­a è sfuggita di mano ma perché un Paese democratic­o può decidere di non pagare i creditori, subendone le conseguenz­e (e, aggiunta logica ma non detta dal ministro, può anche scegliere di uscire dall’euro). In secondo luogo — ancora più importante — indica che lo stallo attuale delle trattative è politico, non tecnico. E, come ogni scelta politica, può essere rovesciata. E qui si apre uno scenario — che qualcuno giudica cinico, altri realista — che in Europa ha preso ormai piede senza che nessuno lo espliciti: prevede che la soluzione alla crisi ellenica passi per un cambio di governo ad Atene. Che potrebbe avvenire attraverso nuove elezioni o un referendum. La questione corre sottopelle ma sta diventando di attualità.

Non a caso, due giorni fa, il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha detto di non ritenere (più) opportuno un referendum sull’accettare o meno le proposte dei creditori: dice che sarebbe di fatto un referendum sullo stare o meno nell’euro. Varoufakis si contraddic­e due volte: in marzo, in un’intervista al Corriere, aveva detto che il referendum era un’ipotesi possibile e quando il Corriere aveva scritto che sarebbe stato inevitabil­mente sull’appartenen­za o meno all’euro aveva acfrontars­i cusato il giornale di essere parte di una campagna anti-Syriza. Oggi dice due cose contrarie. Ma probabilme­nte ha colto che nell’aria si sta consolidan­do l’idea di spingere Syriza a con- con gli elettori.

Schäuble ha anche invitato la Commission­e Ue a limitarsi al suo ruolo di controllor­e della situazione in Grecia, al fianco della banca centrale europea e del Fondo monetario internazio­nale. E a non avanzare proposte: nei giorni scorsi è circolato un progetto del presidente della Commission­e Jean-Claude Juncker che Berlino considera troppo favorevole ad Atene. «Molta gente parla di cose che non capisce o delle quali non è responsabi­le — ha detto in stile suo tipico — La Commission­e svolge il suo ruolo come parte delle tre istituzion­i. Ma agisce nei limiti delle sue funzioni». Le decisioni, in altre parole, le prendono i singoli Paesi. La settimana prossima, Schäuble presiederà a Dresda un G7 finanziari­o nel quale si discuterà di Grecia: vuole arrivarci in posizione di forza e senza avere sul tavolo proposte che giudica non accettabil­i.

Mediazioni Schäuble ha invitato la Commission­e Ue a «stare nei limiti delle sue funzioni» Il piano di rientro Di recente è circolato un progetto che Berlino considera troppo favorevole ad Atene

 ??  ?? In vendita Una ragazza in strada vicino alle bandiere dell’Ue e della Grecia (Afp)
In vendita Una ragazza in strada vicino alle bandiere dell’Ue e della Grecia (Afp)
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy