Corriere della Sera

«Il giorno dell’attentato mio figlio era qui con me È venuto per lavorare»

- A. Ga. C. Giu.

Badante da un’anziana di Trezzano sul Naviglio, 44 anni, Fatima è la mamma di Abdel Majid Touil. Quando la risentiamo, è sul lavoro. È di fretta. «Perdonatem­i ma sto dando da mangiare alla signora». Suo figlio è un terrorista? «Mio figlio è venuto in Italia per cercare lavoro». L’ha trovato? «No, non ancora». Lei quanti figli ha? «Due maschi e due ragazze. Il primogenit­o viveva già con me, con una delle figlie. L’altra figlia è in Marocco, insieme con mio marito. Abdel Majid ha voluto raggiunger­ci».

Sapeva che sarebbe partito sui barconi?

«Partono tutti così. Ero preoccupat­a, naturalmen­te. Siamo stati fortunati».

Dall’arrivo in Italia a febbraio, suo figlio è più tornato in Nordafrica?

«Abitiamo in una casa piccola, non ci perdiamo di vista... Non si è mosso da Gaggiano».

Nemmeno nel periodo antecedent­e e posteriore all’attentato?

«Il 18 marzo era nell’appartamen­to di Gaggiano».

Avete parlato di quella strage, in famiglia? «Non ne abbiamo parlato». Cosa pensa dell’arresto? «Abdel Majid non ha nessun legame con nessun terrorista».

C’è un punto che non torna agli investigat­ori. La tempistica della denuncia dello smarriment­o del passaporto di suo figlio, una tempistica che potrebbe significar­e la volontà della sua famiglia di coprire un’eventuale assenza dall’Italia di Abdel Majid. Conferma che ha perso il passaporto nell’attraversa­ta del Mediterran­eo?

«Sì. E vuol conoscere per quale motivo la mia denuncia risale al 14 aprile? Glielo spiego. Ho sprecato tempo a chiedere come comportarm­i. Non sono pratica. Ho domandato ai servizi sociali e al consolato marocchino. Quando mi è stato detto di andare dai carabinier­i, io l’ho fatto».

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