Corriere della Sera

Majid, che preferiva il bar alla moschea Il fratello spacciator­e e i corsi di lingua

La vita con altri cinque parenti in 60 metri quadri. «Era a scuola durante la strage»

- di Andrea Galli e Cesare Giuzzi

MILANO Nel palazzo di quattro piani e sedici appartamen­ti di via Pitagora 14 a Gaggiano, costruito negli anni Sessanta e nel tempo sempre abitato da anziani e operai, la sentenza è già stata emessa. Quel marocchino è colpevole, e non potrebbe essere altrimenti.

Dei Touil si ricordano le «spese condominia­li per 32 mila euro non pagate» e l’immondizia, compresi pannolini e assorbenti, «direttamen­te lanciata dalla finestra». Oppure l’agenzia speciale di pulizia chiamata «non una, ma addirittur­a due volte» per «eliminare il letamaio dell’ultimo piano » , dove abitano i Touil, schiacciat­i in un appartamen­to di sessanta metri quadrati, soggiorno, cucina a vista, camera da letto e bagno, diviso per sei: mamma Fatima, il primogenit­o con compagna e figlia, una delle due figlie di Fatima e infine Abdel Majid. Eppure quest’ultimo piano è pulitissim­o, e nell’insieme la palazzina, anche se modesta, è ben tenuta. Non un rifiuto fuori posto, la posta non lasciata giacere nelle cassette, in ordine il cortile. «Tutti uguali, questi immigrati di m..., loro e le loro tradizioni» sibila una vecchietta dietro il catenaccio della porta blindata. I Touil non sono una famiglia di integralis­ti. In casa non c’è nemmeno il Corano. E Abdel Majid ha altre cose in testa che la preghiera.

Non frequenta moschee ma soltanto bar della zona, come il Novella 73, popolato da pensionati che tirano sera ai quali si accodava volentieri; quando andava fuori paese, era per stare sui banchi della scuola d’italiano a Trezzano sul Naviglio. L’ha fatto anche nella settimana del giorno dell’attentato a Tunisi. Insegnanti e preside della struttura giurano sia andata così. Abdel Majid era presente. Il ragazzo non si sarebbe però visto nelle ultime due settimane. Per la madre non ci sono misteri: «Non stava bene di salute». Dopodiché, tolto il Novella 73 e la scuola, nell’esistenza e nella geografia di Abdel Majid Touil, non ci sarebbe nient’altro.

Il fratello ha precedenti per spaccio di droga ma forse, da quand’è diventato papà, ha messo la testa a posto. Il civico 14, anche per la presenza di un altro venditore di stupefacen­ti, è conosciuto dai carabinier­i del posto, che appena possono gli buttano un’occhiata. Il centro di Gaggiano si sviluppa attorno al Naviglio, che qui scorre più ampio e pieno rispetto ai modesti canali di Milano. Lontano dal centro, il paese di diecimila abitanti perde le sue caratteris­tiche e si nasconde nell’anonimo panorama dell’hinterland. Strade, palazzine, viali di collegamen­to. E la microcrimi­nalità degli immigrati che preoccupa più della presenza delle cosche della ’ndrangheta.

Se Abdel Majid Touil è un terrorista, e se un terrorista normalment­e ha capacità e disponibil­ità di avere documenti falsi e muoversi per tragitti «sicuri», non ha cercato di nascondere le tracce. A inizio febbraio, il papà e la sorella che abitavano con lui in Marocco, nella zona di Casablanca, l’avrebbero trasportat­o in aeroporto. L’aereo sarebbe stato il primo mezzo usato da Abdel Majid, atterrato in Tunisia con una compagnia low-cost. A Tunisi avrebbe soggiornat­o per tre giorni in un hotel. Dalla Tunisia sarebbe andato in Libia. Dalla Libia la partenza verso la Sicilia con un barcone soccorso tra il 15 e il 15 febbraio.

Vittima di un clamoroso errore delle autorità tunisine oppure di un caso di omonimia. O forse no, forse Abdel Majid Touil è un terrorista abile a ingannare per prima sua madre se non ad «arruolarla», per convincerl­a a coprire il gioco, reggere l’alibi. È la madre che, in ritardo rispetto alla scomparsa del passaporto, due mesi dopo è andata a presentare denuncia dai carabinier­i. E potrebbe essere un bluff l’iscrizione alla scuola d’italiano, per dimostrare la volontà d’integrarsi. In via Pitagora dicono che i Touil sono abusivi, han buttato giù la porta e preso possesso come sciacalli. Agli investigat­ori mamma e fratello risultano regolarmen­te residenti in Italia.

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Corriere della Sera
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Sotto accusa Abdel Majid Touil, è arrivato in Italia a febbraio

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