E Renzi vuole «facce nuove» per ripulire il mondo del pallone
Il premier sta lavorando a un dossier: dalla riforma dei campionati a norme nuove sul professionismo
Un «patto per il calcio». Da siglare con tutte le forze politiche subito dopo le Regionali per risollevare un sistema che «sembra sia tutto un magna magna», che tra scandali, violenza, uscite razziste o sessiste ci fa «prendere in giro all’estero». Matteo Renzi sceglie il terreno più popolare per una sorta di appello alle larghe intese franate sulle riforme due mesi fa. E sceglie il momento adatto, dopo l’ennesima inchiesta imbarazzante sul calcioscommesse.
Quale sia il suo progetto è intuibile dai capitoli contenuti nel dossier al quale sta lavorando in solitudine, visto che la delega allo sport non è stata attribuita e resta nelle mani del premier, che (nonostante le voci insistenti) non pare abbia intenzione di nominare un ministro ad hoc. E allo studio ci sono nuove norme sul professionismo sportivo, legge sugli stadi (per favorire la proprietà dei Club e demandare loro la sicurezza), revisione della legge sui diritti televisivi, riforma dei campionati.
Ma prima di ricostruire, c’è da azzerare: «Occorre dire con chiarezza che alcuni personaggi di questo mondo devono ricevere uno stop». Non fa nomi e cognomi Renzi, è stato Belloli a pronunciare «le frasi squallide sul calcio femminile», e il scani 1 a 0. Accusa il pm: «L’organizzazione di questa combine si accentrava intorno alle figure e alle condotte di Ciardi e di Fabio Di Lauro (ex calciatore arrestato nell’operazione, ndr) ». Ciardi avrebbe «comprato le prestazione di quattro calciatori del Santarcangelo perché falsassero la loro prestazione procurando la sconfitta della loro squadra», mentre l’altro avrebbe trovato i finanziamenti per pagare i giocatori. Ma l’affare non si ferma lì: «Ercole Di Nicola darà sostegno all’opera decidendo anche lui di “comprare” il risultato combinato al fine di scommetterci sopra, finanziando anche lui l’acquisto delle prestazioni dei calciatori che il Ciardi aveva quantificato in 10.000 euro». «Ti danno tutto» A marzo l’organizzazione è di nuovo al lavoro su un nuovo risultato da aggiustare. Dopo che Di Nicola ha parlato con un presunto complice chiama Ciardi che gli chiede: «Faccio dare?» «Va bene», risponde Di Nicola. Ciardi vuole essere certo: «Sicuro? Gli do conferma?». «Sì, sì». «Ti danno tutto... ho pensiero corre a Lotito quando si dice ben contento che «il Carpi e il Frosinone siano arrivate in serie A». Insomma, è tutto il sistema guidato da Tavecchio nel mirino, anche se il governo non può direttamente intervenire Sempre attivo Massimo De Santis, ai tempi in cui dirigeva le partite di serie A. Condannato nell’inchiesta calciopoli, era stato ingaggiato come consulente a L’Aquila. Non è indagato, ma di lui si parla nei verbali per una visita all’arbitro durante un incontro di campionato della squadra abruzzese nell’autonoma sfera del calcio, pena sanzioni da Fifa e Uefa. E se Tavecchio si reputa parte lesa («Ripuliremo il calcio dai delinquenti e dai maneggioni», promette), il presidente della Lega di B, Andrea Abodi, contesta la condanna sommaria: «Faremmo un errore a esprimere giudizi generalizzati su tutti...».
Lo pensa anche il responsabile dello Sport di FI Franco Carraro, già presidente di Coni e Figc e ministro: «Ci saremo al tavolo, certo. Ma va detto che la federazione e le leghe avevano da tempo segnalato la loro preoccupazione per le scommesse Snai nelle serie minori. E comunque il calcio da solo non ha i mezzi per affrontare il problema, serve una collaborazione continua con la polizia giudiziaria. Io per esempio nel 2009 proposi controlli a campione fissi su dirigenti, allenatori, giocatori». E comunque, avverte Carraro rispetto a un’eventuale repulisti ai vertici del calcio «non si pensi che la strada per risolvere certe questioni sia quella di sostituire il signor X col signor Y solo perché più trendy o esteticamente spendibile. Fa bene Renzi a muoversi, ma senza maramaldeggiare...».