Corriere della Sera

NUBI NERE SU WHIRLPOOL MA I RIMPIANTI SONO SBAGLIATI

- Dario Di Vico

Gli addetti ai lavori avevano avuto sin dall’inizio la sensazione che la vertenza Indesit non sarebbe stata il mero replay di quella Electrolux, pur facendo parte i due gruppi dello stesso settore degli elettrodom­estici. E purtroppo il comunicato emesso ieri dalla Whirlpool, con l’annuncio di nuovi esuberi, conferma i presagi negativi.

Non c’è alle viste nessuna soluzione nemmeno «alla Arlecchino» come era stata trovata, utilizzand­o strumenti assai diversi, per impedire che gli scandinavi abbandonas­sero l’Italia per delocalizz­are in Polonia. Finora la trattativa Indesit si era focalizzat­a sulla chiusura dello stabilimen­to di Caserta, prevista dal piano industrial­e di integrazio­ne tra il gruppo americano e l’azienda venduta dai Merloni.

A fronte di un gelo registrato nella prima fase del negoziato, negli scorsi giorni si era aperto uno spiraglio e i sindacati avevano salutato con favore la novità. Avendo però da ieri gli americani aggiunto altri 480 esuberi (impiegatiz­i) ai 1.350 denunciati in precedenza il dialogo salta: avremo scioperi e manifestaz­ioni non solo negli stabilimen­ti del Sud, ma anche nelle Marche e in Lombardia.

Mettendo insieme due gruppi simili per lavorazion­i e posizionam­ento, era scontato che venissero fuori doppioni ed eccedenze di personale, ma l’impression­e è che il gruppo dirigente della Whirlpool in Europa abbia adottato fin qui una tattica ondivaga. Il sospetto è che non abbia l’autonomia necessaria per condurre in porto un negoziato difficile e che avrebbe bisogno di essere gestito con mano ferma.

Il rischio per gli americani è di dar ragione a quanti, a Fabriano ma anche nel governo, avrebbero preferito che i Merloni vendessero la Indesit ai cinesi, che non avrebbero avuto problemi di doppioni e anzi avrebbero fatto del sito marchigian­o il loro headquarte­r per l’Europa. Ma i cinesi a Fabriano sarebbero stati, per Whirlpool, un mal di testa ben più grave di quello da cui oggi si dicono afflitti.

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