«Telecom è la soluzione per la Rete»
Recchi: non siamo un problema. Patuano: importante fare sistema con Enel e multiutility Per la fibra in 40 città l’investimento sale a 700 milioni. Dagli immobili risparmi per 200 milioni
Telecom Italia «è la soluzione e non la causa del ritardo digitale del nostro Paese». Giuseppe Recchi torna a ripetere davanti ai soci che per il gruppo il piano per la banda larga è una priorità, ma non deve essere per questo tirato in mezzo alle polemiche su chi deve fare cosa. «Continuiamo a fare investimenti senza chiedere nulla in cambio, ma come non chiediamo aiuti non vorremmo neanche essere penalizzati», ha spiegato il presidente aprendo i lavori dell’assemblea degli azionisti, alla quale, a sorpresa, si è presentato un nuovo socio: la Caisse de Depots et Consignation francese, con una quota dello 0,6%.
L’occasione è servita ai vertici di Telecom a fissare alcuni punti e a chiarire le incertezze che ancora avvolgono il piano per la banda larga. «Il Piano del governo e la determinazione con cui il presidente del Consiglio ha messo il tema al centro dell’agenda politica ci hanno trovato entusiasti — ha riconosciuto Recchi —. Ma i dettagli sono importanti e su di essi c’è ancora molta confusione e superficialità». Molta strada da fare, in poche parole, per superare alcune strettoie e trovare una soluzione condivisa per la realizzazione della nuova rete ultraveloce. Tra le strettoie c’è anche il ruolo di Metroweb come possibile società comune tra gli operatori. Telecom ha interrotto le trattative per l’ingresso nel capitale ma «non abbiamo alcuna posizione preconcetta rispetto all’idea di intraprendere un cammino comune con altri soggetti — ha chiarito Recchi —. Le condizioni di questo cammino devono però essere tali da poter creare maggiore valore per i nostri azionisti». Telecom puntava a una quota di maggioranza, in cambio del conferimento della propria rete che, come ha detto ieri l’amministratore delegato Marco Patuano, «vale 14,9 miliardi». Finora l’equilibrio non è stato trovato.
Per il momento Telecom va quindi avanti da sola. Guardando però ad altre possibili collaborazioni per accelerare la posa della fibra. L’Enel per esempio sarebbe «una grande opportunità» secondo Patuano, il quale ritiene «importante che su queste iniziative grandi imprese come Telecom Italia, Enel o le grandi municipalizzate sappiano fare sistema». Il manager ha intanto annunciato che per la rete in fibra ottica nelle 40 città su cui il gruppo si è impegnato gli investimenti salgono da 500 a 700 milioni. Notizia che in serata è stata commentata con un tweet da Franco Bassanini: «Primo risultato del piano Banda ultralarga del governo e dell’azione di Cdp/Metroweb: + fibra per l’Italia da Telecom».
Allargando il campo, Patuano ha spiegato che la convergenza con i media è«un passaggio decisivo nell’evoluzione del nostro modello di business». La partnership con Sky per la tv su fibra è solo la prima, «ce ne saranno altre». Mediaset è in pista, ma il mercato sta guardando a Vivendi, in procinto di diventare il primo socio di Telecom. «Vivendi — ha ricordato Patuano — è attiva nei media content e musica. Il fatto di essere azionista se da un lato non dev’essere un fattore di preferenza, dall’altro non è un peccato» Una spiegazione ai soci anche sul piano immobiliare che sarà al centro del cda di venerdì. Porterà risparmi «per 200 milioni annui».