Corriere della Sera

«Flauto magico» in stile fiabesco con i video in 3D L’

- Di Enrico Girardi

idea di rileggere Il flauto magico mozartiano come un romanzo di formazione in forma drammatica è buona. Soprattutt­o è plausibile, come lo sono tante altre quando la materia drammatica è così pregna di simbolismo. Il modo di realizzarl­a al Teatro Comunale di Bologna dal regista Luigi De Angelis e dai videomaker Fanny&Alexander convince meno, perché affida il racconto a un’ampia sequenza di video in 3D più che alla recitazion­e vera e propria, che resta dunque largamente generica. Una puntuta geometria di quinte colorate e di colorati costumi fa il resto, in un’ottica tra il fiabesco e appunto il simbolico. Ma nemmeno i video — ecco Tamino e Pamina bimbi, le foreste, gli animali e gli oggetti della fiaba, dal flauto al carillon — guidano il timone di questa nave spettacola­re che non sembra seguire una rotta ben chiara. Sono nel migliore dei casi un buon corredo.

Molta sostanza c’è invece nella concertazi­one di Michele Mariotti, che cura pertinenza di stile e passo drammatico in modo tale da produrre un Flauto magico agile ma non isterico, privo di quelle pesantezze e superficia­lità che sono i frutti, opposti ma entrambi frequenti, di tante cattive esecuzioni. È però fin troppo «italiano» quando asseconda eccessivam­ente i cantanti, che qui andrebbero piuttosto governati entro gli argini di un ritmo teatrale il più leggero e aereo che si può. Il cast è decisament­e ben assemblato. Ha nel Papageno di Nicola Ulivieri il suo massimo punto di forza. Ma anche la Pamina di Maria Grazia Schiavo e la Regina della notte di Christina Poulitsi meritano gli applausi a scena aperta che ricevono.

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