Corriere della Sera

Clarke si pente del «gran gesto»

- Paolo Di Stefano

da uno dei nostri inviati

Il 38° Giro, quello del 1955, ebbe un cronista speciale: si chiamava Vasco Pratolini, l’autore di Metello (il romanzo uscì proprio quell’anno), e scriveva per il Nuovo CorriereLa Gazzetta di Firenze. Si prefigurav­a un cambio generazion­ale, dopo l’abbandono di Bartali. «Scoccherà l’ora dei giovani?», si chiese Pratolini. Tra le nuove leve c’era un certo Aldo Moser ( foto), da Palù di Giovio, classe 1934. A vederlo nelle vecchie fotografie è quasi il gemello di suo fratello Francesco, nato ben 17 anni dopo di lui. Pratolini faceva il tifo per i più giovani: «Vincerà Coppi o Koblet o Magni o Fornara, è naturale. Non è facile far saltare certe montagne. Ci basterà che i giovani gli mettano in corpo più mine che possono. Noi andiamo loro dietro per vederle brillare». Brillarono le mine. È vero che vinse Magni (precedendo Coppi di soli 13’’ nella classifica generale!), ma Moser arrivò 6°, correva per la Torpado, andava forte in salita, aveva appena vinto, per distacco, la Coppa Agostoni ed era stato protagonis­ta al Lombardia: arrivò secondo dopo aver lasciato sul posto niente meno che Coppi. Lo chiamavano il «bocia». Quel 1955 fu l’anno sfortunato di Gastone Nencini, vittima di una foratura, fu attaccato da Magni e Coppi in fuga nella Trento-San Pellegrino e addio maglia rosa. Nessun avversario si fermò a regalare la sua ruota a Nencini, come è accaduto martedì a Richie Porte nella Civitanova-Forlì. È il polverone delle ultime 48 ore. Doveva o non doveva, Simon Clarke, fermarsi? Intanto, il giorno dopo, al gran gesto ha fatto seguire il pentimento: «Non lo rifarei», ha confessato il corridore dell’Orica. Che peccato, verrebbe da dirgli. Pentirsi di un atto di generosità è peggio che non averlo mai fatto. Avevamo appena finito di fargli i compliment­i, e invece... tutto sfumato in una frase. Chissà che cosa ne pensa l’ex «bocia», con i suoi 80 anni? «Sì, certo, è stata una bella cosa, ma se il regolament­o è questo...», sospira Aldo Moser al telefono. «Sono gesti di solidariet­à, anche noi davamo una mano quando un avversario era in difficoltà, se forava ed eri dietro in classifica ti fermavi e lo aiutavi per farlo rientrare nel gruppo, non c’era niente di male...». La famosa foto del passaggio della borraccia tra Coppi e Bartali è lì a testimonia­rlo: «Uno dei due sicurament­e aveva bisogno d’acqua... Una volta, alla Cuneo-Pinerolo, non avevo più birra nelle gambe e mi mancava l’acqua, c’era vicino a me Anquetil... A un certo punto, prima della salita, vedo sua moglie al bordo della strada con una borraccia, le chiedo di farmi bere, dammi qua: “Guarda che c’è lo champagne”, mi fa Jacques, “Meglio così”, gli dico. Era bello fresco, mai bevuto uno spumante così buono». Nessuna squalifica? «Nessuna. Tanto, se un avversario ti aiuta oggi, è normale che domani, alla prima occasione, gli ricambi il gesto». Normale. Così ieri 11ª tappa, Forlì-Imola 153 km Zakarin (Rus)

in 3.55’08’’ (39,041 km/h) Betancur (Col) a 53’’ Pellizotti (Ita)

s.t.

Intxausti (Spa)

Rosa (Ita)

Gavazzi (Ita) a 1’02’’ Mori (Ita) s.t. Contador (Spa) s.t.

Aru (Ita) s.t.

s.t.

s.t. Classifica

Contador (Spa)

in 46.54’19’’ Aru (Ita) a 3’’ Landa (Spa)

a 46’’ Cataldo (Ita)

a 1’16’’ Kreuziger (Cec) a 1’46’’ Uran (Col)

a 2’10’’ Visconti (Ita)

a 2’12’’ Caruso (Ita)

a 2’20’’ Amador (Crc)

a 2’24’’ Koenig (Cec) a 2’30’’

Formolo (Ita) a 3’01’’ Porte (Aus)

a 3’09’’ (compresi 2’ di penalizzaz­ione) Cunego (Ita)

a 3’10’’ Atapuma (Col) s.t.

Trofimov (Rus) a 3’18’’

Van den Broeck (Bel)

a 3’33’’ 41. Zakarin (Rus) a 41’20” Così oggi 12ª tappa, Imola-Vicenza, 190 km Così in tv

ore 14.30: Eurosport

ore 15.05: Raitre Gazzetta Tv ore 13.15, 19.30 e 23.15

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