Corriere della Sera

Per abbattere il suo idolo Contador

Cassani: «Non vedo Fabio intimorito». Tappa a Zakarin

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Gaia Piccardi

«Ciao Alberto». Alla partenza da Forlì, ancora una volta, Fabio Aru è il primo a salutare. Educato, gentile e rispettoso lo definisce Umberto Inselvini, massaggiat­ore, il suo angelo custode al Giro. Fin troppo: «Quando Contador è sui rulli, Fabio gli passa dietro».

Inclusa la stilettata dello spagnolo al sardo sull’ultimo dei Tre Monti, il colle Bergullo, prima della discesa verso l’autodromo di Imola, negli attacchi i due rivali stanno 3-2: Aru sulla salita della Biassa (4ª tappa), Contador sull’Abetone (5ª), Aru a Campitello Matese (8ª), Aru sul Passo Serra (9ª), Contador ieri (11ª). dimostrare che i suoi 24 anni valgono il doppio. Da gregario, è andato a scuola da Nibali: «Prima di imparare a vincere è bene sapere aiutare gli altri». Da uomo, può contare sul suo motore speciale e sull’amore di Valentina: «Capisce il mestiere che faccio, mi dà serenità». L’insostenib­ile leggerezza di Fabio Aru passa anche attraverso gesti che ai più sfuggono, ma non a Contador. Lo spagnolo è andato a prendersi 2’’ di abbuono sull’anonimo traguardo intermedio di Sora? E Aru ne ha intascato uno sprintando­gli sul naso a Campitello Matese. Scarto irrisorio, però sintomatic­o di una rivolta interiore. Il pistolero triste non ha gradito: «Di certo il Giro non si deciderà per un secondo…». Domenica scorsa, nell’ideazione della fuga d’altri tempi di Tiralongo e nel tentativo di isolare il succhiaruo­te Porte, è stato Fabio a rivolgersi a Contador: «Tiriamo un po’ per uno, proviamo a staccarlo». E il pistolero ha collaborat­o.

Lo scatto di ieri della maglia rosa a 6,5 km dall’autodromo, con il giovane e non immacolato russo (due anni di stop per steroidi) re del Romandia Ilnur Zakarin in fuga per la vittoria e Uran caduto sul bagnato, era ampiamente atteso dall’Astana. «Un test per vedere chi stava bene e chi no…» ha detto, allusivo, lo spagnolo. Aru ha risposto, aiutato da Cataldo che ha inserito il turbo per non perdere il treno: in un attimo la compagnia dei celestini si è ricompatta­ta per affrontare l’insidiosa discesa verso la curva del Tamburello.

C’è un altro passaggio obbligato, nel percorso di crescita di Aru: prendersi la maglia per arrivare alla crono di Treviso da leader. «Se ci sarà l’occasione, non ci tireremo indietro» conferma il fedele Tiralongo. È oggi, sul Monte Berico, in cima a uno strappo di un chilometro con punte di pendenza all’11%, che Fabio Aru potrebbe cancellare la sua nemesi. Un rito di passaggio, in piedi sui pedali, per trovare se stesso. Vale lo sforzo: c’è una bellissima vista, da lassù.

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Sfidante Fabio Aru, 24 anni, l’avversario numero 1 di Contador

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