L’ironia di Letterman e l’ultimo show di un mito della tv

Ieri sera David Letterman ha condotto il suo ultimo show. «Late Night with David Letterman» ha debuttato sulla NBC nel 1982 ed ha poi proseguito con una formula simile sulla CBS con il titolo «Late Show with David Letterman» nel 1993, anno in cui la NBC ha deciso di affidare la conduzione di «The Tonight Show» di Johnny Carson a Jay Leno.

Per congedarsi dal pubblico, nelle ultime puntate — come sempre registrate nell’Ed Sullivan Theater, nel cuore di Manhattan — Letterman ha chiamato, tra gli altri, Tom Hanks (alla sua 60° presenza), Eddie Vedder dei Pearl Jam, Bill Murray (alla sua 44° presenza, primo ospite dello show e grande amico di David). Con Letterman, 68 anni, esce di scena uno dei personaggi più influenti della storia della tv.

Il suo show per gli americani era una sorta di rito: tutti i giorni alle 23.35, gli squilli dell’orchestra di Paul Shaffer, l’annuncio di Alan Kalter («Daaaaay-vid Leh-terrrr-maaaaaaaan!») e poi via alle ospitate, con battute, monologhi, ammiccamenti, promozioni, interviste alle celebrities, cattiverie e, soprattutto «il cazzeggio indagatore», il suo marchio di fabbrica. Come ha ricordato un suo ospite, il presidente Obama: «Tutto il paese, dopo una dura giornata di lavoro, quando tornava a casa, sapeva che ci saresti stato tu a dargli gioia e risate. Ha significato moltissimo e fai parte di tutti noi». In questi giorni i media americani hanno fatto a gara a riassumere i 33 anni della sua lunga carriera: 6.028 puntate, 19.932 ospiti, le gag più celebri, i personaggi dello star system, le scene madri, gli scoop. Una carriera che non è stata scalfita nemmeno dallo scandalo del 2009 che ha visto Letterman ricattato da una delle sue amanti, una ex stagista inviata in Italia per le Olimpiadi invernali di Torino.

Quando capiremo perché gli americani hanno avuto David Letterman e noi Maurizio Costanzo capiremo con profondità cosa ci separa dalla cultura americana e come siamo fatti nel nostro intimo.